Il ricordo
Due volte presidente della Provincia. La passione per Milan e Junior Basket
04 Aprile 2021 ore 15:51
di Massimo Brusasco
Paolo Filippi (a destra) con esponenti locali di Italia Viva
ALESSANDRIA - Non sappiamo cosa dirà la Storia di Paolo Filippi, morto a 58 stamani, giorno di Pasqua, per un improvviso malore. Non sappiamo se lo ricorderà come un politico che ha inciso sulla vita dell'Alessandrino o almeno della sua città natia, Casale, né se lo citerà come coraggioso esponente di Italia Viva, partito in cui è confluito lasciando un Pd che, malgrado le turbolente, resta una zona di conforto per chi ha velleità e, soprattutto, autorevoli trascorsi.
Stando alla cronaca, Filippi è soprattutto colui che ha guidato la Provincia per due mandati, forte dell'appoggio del centrosinistra e pure dei centristi, risultati decisivi. Perché poi, di fatto, lui era un uomo di centro, un moderato, nato nella Democrazia cristiana e cresciuto con la Margherita. Poco stupore, dunque, alla notizia dell'approdo a Italia Viva, il partito fondato da Matteo Renzi di cui, sostanzialmente, ha ricalcato il percorso.
Filippi è quello che da giovanotto scriveva per il settimanale diocesano 'La Vita Casalese' e che ben presto è entrato in consiglio comunale a Casale (consigliere, poi assessore), lui di San Maurizio di Conzano, profondamente monferrino, figlio di una terra per la quale s'è speso, soprattutto ai tempi dell'alluvione e nella battaglia mai finita contro l'amianto. Filippi è quello che ha bruciato le tappe. Assessore in Provincia e, nelle grazie di Fabrizio Palenzona, candidato alla presidenza. Il successo è contro i pronostici: se la cava per un pugno di voti che, tradotti in percentuale, fanno 50.3%. Era il 2004. Alla tornata successiva, gli mettono contro Franco Stradella. Non parte in vantaggio neanche stavolta, va al ballottaggio da secondo, ma al traguardo è primo.
Non piaceva a tutti, Filippi. C'è chi lo riteneva poco incisivo e chi lo apprezzava proprio per quel suo "sembrare defilato" pur essendoci. La politica era una passione che precedeva la laurea in Giurisprudenza, e che si portava appresso anche senza incarichi. Forse non la principale, se si dà un'occhiata ai social. Il Milan riempiva i suoi pensieri, almeno quanto la Junior Basket. Ha avuto modo, in un passato non troppo lontano, di festeggiare sia con l'una che con l'altra squadra. Lasciate le incombenze di Palazzo, è stato assunto come direttore in una residenza per anziani di Trino Vercellese.
I messaggi di commiato, che si moltiplicano da stamattina, ne delineano il profilo, ricordandone generosità e senso della battuta. La commozione si tramuterà in presenza domattina, quando verrà allestita la camera ardente in Comune a Casale. Si accavalleranno gli aneddoti su di lui. Si dirà di quella volta che e di quell'altra pure. La Storia può attendere, senza fretta.
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