Home
Mense scolastiche: da settembre prodotti biologici, a chilometri zero, Dop o Igp
Cibi senza antiparassitari, Robiola di Roccaverano, pesto biologico per gli alunni delle scuole casalesi. Migliorati i pagamenti, si va verso l'evasione zero
Cibi senza antiparassitari, Robiola di Roccaverano, pesto biologico per gli alunni delle scuole casalesi. Migliorati i pagamenti, si va verso l'evasione zero
Tra le novità più importanti c’è sicuramente l’aggiunta di ben 57 prodotti biologici oltre a quelli richiesti dal capitolato di gara: cibi senza antiparassitari che vanno dalle fette biscottate al miele, dalle susine alle uova fresche, fino ai succhi di frutta e alla passata di pomodoro.
A questi cibi, grazie ad un accordo di Alessio con Coldiretti, si aggiungono 35 prodotti a chilometro zero o a filiera corta, di cui 21 coltivati con la lotta integrata, che prevede un utilizzo ridotto di pesticidi. In questo modo si riducono le distanze tra produttore e consumatore, con un impatto decisamente più positivo sull’ambiente. Inoltre la carne, a marchi Coavi, è tutta lavorata direttamente nello stabilimento della Alessio, certificato UNI EN ISO 9001.
Ma sulla tavola degli alunni casalesi saranno serviti anche 8 formaggi DOP, tra cui la toma piemontese di Murisengo o la Rabiola di Roccaverano, la bresaola IGP e il pesto DOP biologico genovese.
La fine dell’anno scolastico è stata infatti l’occasione per fare anche il punto della situazione sul nuovo metodo di pagamento del servizio ristorazione, avviato l’anno scorso ed entrato a pieno regime nelle prime settimane del 2011. Il dato sicuramente più rilevante è quello dei mancati incassi: dai 180 mila euro del 2009, infatti, si è riusciti, con il nuovo metodo di pagamento dei pasti (dal forfettario a quello anticipato dei singoli pasti effettivamente consumati), ad arrivare a 43 mila euro, pari al 5,10 per cento, una cifra che comunque, con l’invio delle cartelle esattoriali, si annullerà completamente entro fine anno giungendo a una “evasione zero”.
Ottima anche la copertura dei costi del servizio, giunta al 67,5 per cento: su una spesa di un milione 242 mila euro, infatti, gli incassi sono stati pari a 796 mila euro, grazie soprattutto all’individuazione di tariffe personalizzate che hanno garantito una distribuzione più equa dei costi, accompagnata ad una maggiore attenzione alle fasce più deboli.
Dati positivi anche per i centri estivi: grazie ad un’accurata razionalizzazione nella gestione con iscrizioni settimanali, si è riusciti a ridurre i costi di quasi 90 mila euro in appena due anni, passando dai 241 mila euro del 2009 ai 156 mila di quest’anno. Se si prende in considerazione l’ultimo biennio, su un numero pressoché invariato di iscritti (dai 427 del 2010 quest’anno sono stati 407), si è riusciti a ridurre ulteriormente i costi di oltre 30 mila euro, aumentando contemporaneamente le entrate di oltre 9 mila euro.