Junior, è Media Day
La Novipiù incontra la stampa a 24 ore dal vincente debutto contro Oregon. Le prime sensazioni di coach Crespi, capitan Pierich e compagni
La Novipiù incontra la stampa a 24 ore dal vincente debutto contro Oregon. Le prime sensazioni di coach Crespi, capitan Pierich e compagni
Che il basket sia una disciplina con radici, prima di tutto culturali, profondamente diverse dal calcio è un fatto ormai risaputo. Se mai ce ne fosse bisogno, un’ulteriore prova la si è avuta con il “Media Day”, un’iniziativa promossa dalla Junior Casale per farsi conoscere dalla stampa. Un’occasione preziosa, per chi lavora nel settore, di prendere contatto più da vicino con coach Crespi e la ciurma con la quale affronterà l’epica sfida della A1, che ormai è alle porte. In un PalaFerraris in via di ristrutturazione (già di per sé entrare e non vedere più l’antiestetica struttura per le arrampicate fa una certa impressione) i

E poi non bisogna scordare che c’è chi è arrivato da pochissimo, da terre molto lontane, e anche se non ha vissuto le emozioni della promozione ha comunque trovato un bellissimo ambiente in cui crescere professionalmente e non solo. Questa è la storia, ad esempio, di Janning (nella foto sotto),che a vederlo sembra un ragazzino nel corpo di un gigante. “Non conoscevo Casale” – spiega l’americano – “ma posso dire di aver trovato una città davvero bella, e confesso che si mangia veramente bene. E’ vero, non conoscevo Casale ma avevo già avuto modo di incontrare coach Crespi in Summer League e ho subito avuto una buonissima impressione. Ho notato che qui in Italia si fa molta attenzione alla preparazione fisica, molto
Già, l’idea di basket. Quel “basket democratico” che è il motto, il cavallo di battaglia di coach Crespi. Una filosofia, un modo di intendere basket in cui tutti sono parte di un insieme, nella singola partita, nella singola azione, nel singolo allenamento. Così si costruisce il gruppo, la squadra, il risultato. “Il risultato che si intende raggiungere” – spiega il coach dei miracoli – “è quell’idea di basket democratico, un risultato che possiamo ottenere solo ed esclusivamente se tutti crediamo nel lavoro che facciamo insieme. Ed in questo senso è essenziale che il singolo si senta parte di un lavoro, di un progetto collettivo. Facendo un esempio, in questa prima parte di preparazione abbiamo fatto un tipo di lavoro basato molto sulla preparazione fisica, con una metodologia che per i ‘nuovi’ (Janning, Trapani, Temple, Dunigan ndr) è un qualcosa di assolutamente diverso rispetto alle loro abitudini. Eppure ho visto la voglia di adattarsi per il risultato comune, e questo deve essere il nostro punto di forza. Sono soddisfatto di questa prima parte di preseason, e ora ci affacciamo ad un mese di amichevoli importanti: di solito programmavamo 10 amichevoli, quest’anno invece ne abbiamo volute fare 12 di cui 11 contro squadre di A1 perchè è cosi che vogliamo partire, sentendoci subito dentro al contesto, vera e propria parte di questa categoria. Una categoria – conclude il tecnico – che è di livello assoluto, perchè al di là delle tre squadre di Eurolega tutte le restanti possono essere definite grandi”.
Junior inclusa, aggiungiamo noi. Perchè basta un’ora a tu per tu con l’ambiente, con questi giganti dal cuore grande così per capire che qualcosa di speciale bolle in pentola. Con la sola mentalità, è vero, non ci fai risultato ma certamente metti giù il primo mattone del successo. Un successo che l’anno scorso si chiamava promozione e che quest’anno invece prende il nome di salvezza. Tutta da guadagnarsi con le unghie e con i denti.