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Processo Eternit, lunedì le repliche degli avvocati di imputati e responsabili civili
Martedì i Familiari delle vittime e sindacati decideranno nuove iniziative. Mentre il sindaco va a casa di Romana Blasotti Pavesi, Bruno Pesce ribadisce: Questa offerta doveva arrivare dieci, venti, trenta anni fa, non alla vigilia della sentenza.
Martedì i Familiari delle vittime e sindacati decideranno nuove iniziative. Mentre il sindaco va a casa di Romana Blasotti Pavesi, Bruno Pesce ribadisce: ?Questa offerta doveva arrivare dieci, venti, trenta anni fa, non alla vigilia della sentenza?.
Il giorno del giudizio si avvicina. Lunedì davanti al tribunale di Torino si tiene quella che salvo imprevisti dovrebbe essere (il condizionale, però, in questo casi è sempre d’obbligo) l’ultima udienza del processo che vede il magnate svizzero Stephan Schmidheiny ed il barone belga Louis De Cartier De Marchienne, imputati di disastro doloso e di omissione dolosa delle misure di sicurezza per le morti dell’Eternit italiana, in particolare negli stabilimenti di Casale e di Cavagnolo. Parleranno gli avvocati dei due imputati, poi quelli delle società che sono indicate come responsabili civili, la belga Etex e le tre svizzere, Amiantus, Amindus e Becon. Poi, terminate le arringhe nella tarda mattinata o nel primo pomeriggio, il tribunale riaggiornerà il dibattimento alla fine di gennaio o ai primi di febbraio. E in quella occasione arriverà la sentenza.
Intanto martedì, l’Associazione familiari vittime amianto incontrerà le organizzazioni sindacali, Cgil, Cisl, Uil per decidere, sulla base delle risultanze processuali, quali iniziative intraprendere da quel momento sino alla sentenza, non escluse assemble ed incontri. Per quanto riguarda l’offerta avanzata dai legali di Stephan Schmidheiny a quelli del Comune di Casale perché ritiri la costituzione di parte civile, subito definita “l’offerta del diavolo”, il sindaco Giorgio Demezzi ha incontrato giovedì pomeriggio, intorno alle ore 17, la presidente dell’Associazione familiari vittime amianto, Romana Blasotti Pavesi a casa sua. Nell’incontro ha ribadito qualsiasi decisione verrà presa con un confronto aperto e serio in consiglio comunale, mentre la presidente dell’Associazione ha sollecitato la necessità della condivisione delle informazioni e delle decisioni.
Bruno Pesce, coordinatore del Comitato vertenza amianto ribadisce quanto già espresso, anche ad Alessandrianews: “Schmidheiny insiste a fare sapere che è un benefattore, ma una proposta del genere sarebbe stato meglio l’avesse fatta dieci, venti o trent’anni fa, adesso l’intento chiaro è quello di fare togliere Casale, città martire dell’amianto dal processo e da quelli che, probabilmente, seguiranno”. L’accenno di Bruno Pesce è al filone di indagini Eternit – bis che riguarda proprio il periodo di proprietà svizzera dello stabilimento e non solo, ma anche delle posizioni di coloro che hanno contratto malattie amiantocorrelate nello stabilimento svizzero la cui proprietà è riconducibile all’imputato. A questo proposito il Comitato ha segnalato in un dossier alla procura di Torino 120 casi di lavoratori emigranti, per lo più originari della Puglia. Dunque la parola fine su questa vicenda non si chiuderà, nemmeno con il termine del processo attualmente in corso a Torino.
Intanto martedì, l’Associazione familiari vittime amianto incontrerà le organizzazioni sindacali, Cgil, Cisl, Uil per decidere, sulla base delle risultanze processuali, quali iniziative intraprendere da quel momento sino alla sentenza, non escluse assemble ed incontri. Per quanto riguarda l’offerta avanzata dai legali di Stephan Schmidheiny a quelli del Comune di Casale perché ritiri la costituzione di parte civile, subito definita “l’offerta del diavolo”, il sindaco Giorgio Demezzi ha incontrato giovedì pomeriggio, intorno alle ore 17, la presidente dell’Associazione familiari vittime amianto, Romana Blasotti Pavesi a casa sua. Nell’incontro ha ribadito qualsiasi decisione verrà presa con un confronto aperto e serio in consiglio comunale, mentre la presidente dell’Associazione ha sollecitato la necessità della condivisione delle informazioni e delle decisioni.
Bruno Pesce, coordinatore del Comitato vertenza amianto ribadisce quanto già espresso, anche ad Alessandrianews: “Schmidheiny insiste a fare sapere che è un benefattore, ma una proposta del genere sarebbe stato meglio l’avesse fatta dieci, venti o trent’anni fa, adesso l’intento chiaro è quello di fare togliere Casale, città martire dell’amianto dal processo e da quelli che, probabilmente, seguiranno”. L’accenno di Bruno Pesce è al filone di indagini Eternit – bis che riguarda proprio il periodo di proprietà svizzera dello stabilimento e non solo, ma anche delle posizioni di coloro che hanno contratto malattie amiantocorrelate nello stabilimento svizzero la cui proprietà è riconducibile all’imputato. A questo proposito il Comitato ha segnalato in un dossier alla procura di Torino 120 casi di lavoratori emigranti, per lo più originari della Puglia. Dunque la parola fine su questa vicenda non si chiuderà, nemmeno con il termine del processo attualmente in corso a Torino.