Piccoli comuni attorno ad un tavolo per decidere insieme
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Redazione Il Piccolo  
20 Dicembre 2011
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Piccoli comuni attorno ad un tavolo per decidere insieme

A Mirabello l'incontro degli 11 comuni minori che si sono costituiti parte civile nel processo Schmidheiny con Afeva e sindacati. Incontro per concertare una linea di azione comune. Pesce ripropone dopo la sentenza di primo grado un'azione concertata delle parti civili

A Mirabello l'incontro degli 11 comuni minori che si sono costituiti parte civile nel processo Schmidheiny con Afeva e sindacati. Incontro per concertare una linea di azione comune. Pesce ripropone dopo la sentenza di primo grado un'azione concertata delle parti civili

Afeva – Associazione familiari vittime amianto ed organizzazioni sindacali hanno incontrato   sindaci ed i rappresentanti dei piccoli comuni che si sono costituiti parte civile nell’ambito del processo Eternit. Si sono riuniti ieri sera nella sala consigliare di Mirabello, messa a disposizione dal sindaco Luca Gioanola, presente con tutta la sua giunta. Sono intervenuti anche gli avvocati Marco ed Ester Gatti che seguono gli enti locali di più piccola dimensione coinvolti nel processo torinese. Bruno Pesce (nella foto), coordinatore del Comitato vertenza amianto ha evidenziato come “Casale sia il comune più importante nel panorama internazionale, per i temi della giustizia, della bonifica, della ricerca” e ha proposto che gli undici comuni si trovino ancora a ragionare insieme per avere anche altri momenti di confronto. Poi ha ribadito un concetto già espresso in occasione dell’asseblea dell’Afeva il 7 dicembre scorso: “Dopo la sentenza di primo grado tutte le parti civili costituite, dovrebbero trovarsi sedute allo stesso tavolo, e speriamo anche il Comune di Casale nonostante tutto, e si mettano d’accordo per dare delle priorità nel fare giustizia, innanzitutto i malati, poi le famiglie, la bonifica e la ricerca”. Nicola Pondrano della Cgil (per il sindacato c’erano anche Luciano Bertolotti della Cisl e Luca Ferrando della Uil) ha ricordato i 30 anni percorsi insieme con i lavoratori per la lotta per la salute e che nel 1986 si videro chiudere la fabbrica che contava allora 380 dipendenti che come ha detto l’esponente della Cgil furono trattati come “limoni spremuti”. Il sindaco di Mirabello, padrone di casa, ha sottolineato come nessuno dei primi cittadini interessati abbia, ad oggi, ancora ricevuto alcuna proposta formale e ha evidenziato che, anche con la giunta  “è nell’impossibilità anche solo a provare a parlarne”. Davide Fabbri, primo cittadino di Ozzano, dopo avere premesso che “un incontro come questo avrebbe dovuto tenersi anche prima”, ha auspicato altri momenti di confronto e non ha escluso la possibilità di allargare la consultazione ai cittadini vista la portata dell’argomento. Gianfranco Bergoglio, sindaco di Balzola ha posto invece l’accento sulla centralità che dovrebbe avere la ricerca per salvare le vite umane che sono ancora a rischio per l’esposizione prolungata negli anni all’amianto. All’incontro è intervenuto l’assessore provinciale Massimo Barbadoro che ha ripetuto la sua contrarietà alla posizione espressa dalla Città di Casale nell’ultimo consiglio comunale e ribadito la posizione della Provinciai di Alessandria.

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