Junior, è tempo di bilanci
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Riccardo Robotti - riccardo.robotti@alice.it  
18 Gennaio 2012
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Junior, è tempo di bilanci

Terminata la prima metà di stagione, il presidente Cerutti traccia il parziale bilancio della prima stagione nella massima serie

Terminata la prima metà di stagione, il presidente Cerutti traccia il parziale bilancio della prima stagione nella massima serie

Tempo di bilanci, in casa Junior. Siamo al giro di boa di una stagione che già in estate si preannunciava difficile e combattuta, e le aspettative non sono state per nulla deluse. Parla, dunque, il presidente Cerutti, che fa il punto della situazione in un’apposita conferenza stampa a distanza, dagli Stati Uniti, dove si è recato per motivi di lavoro.

Presidente, partiamo dalla novità più recente, la campagna abbonamenti riaperta per la seconda parte della stagione.
Siamo arrivati alla conclusione del girone di andata di un campionato che, lo sapevamo, sarebbe stato duro e difficile, ma come per noi questa esperienza è stata un test anche per la città, e posso dire che siamo felici e orgogliosi della reazione positiva di tutta Casale. La gente ha capito quali sforzi abbiamo fatto nonché le difficoltà incontrate lungo il percorso, anche e soprattutto dal punto di vista economico. Di fronte, ora, abbiamo 16 partite che dobbiamo giocare come fossero finali, e dentro a queste 16 finali ci sono 8 “super finali”, quelle che giocheremo al PalaFerraris a partire da domenica prossima contro Sassari, e quello della campagna acquisti è senza retorica un gesto di amore e rispetto verso i nostri tifosi, un modo per andar loro incontro e al tempo stesso di invitarli a sostenerci come e più di quanto fatto fino a d oggi”.

Si deduce che è molto soddisfatto della risposta della città…
“Si, e la nostra iniziativa è un modo di dimostrarlo. Ci siamo sempre distinti per avere un pubblico molto civile, educato, e che ha voglia di difendere la nostra permanenza in Serie A. Noi dobbiamo, sempre con educazione e passione, difendere questo obiettivo e sostenere giocatori che non sono macchine, sentono la vicinanza dei sostenitori. In questo senso, basti pensare a quanto il pubblico abbia positivamente influito nel derby contro Biella. Direi proprio che l’Italia ha bisogno di esempi come la Casale cestistica”.

E di questa prima parte di stagione può ritenersi altrettanto soddisfatto?
“No, direi che fino a questo momento i risultati non sono stati pienamente soddisfacenti. Mentirei se affermassi il contrario, visti quali sono i nostri obiettivi e le nostre speranze. Poi, però, bisogna anche ragionare sulle cause, e personalmente ho notato che in molti casi i punti non sono arrivati per episodi sfortunatissimi, e questo parzialmente mi consola. In ogni caso, direi che la squadra ha saputo reagire all’urto di questa Serie A”

Quali sono le sue sensazioni in merito alle correzioni in corsa?
“Sensazioni positive, anche se in questa materia la competenza è di coach Crespi. Lui ha valutato la situazione e ci ha dato delle indicazioni, noi come società gli siamo stati vicini. Dei tre nuovi arrivi, uno non ha ancora potuto dimostrare il suo intero valore (Martinoni, ndr), ma sono sicuro che lo farà perchè ne ha le potenzialità. Stevic si è inserito positivamente, è dotato di grandi doti mentali e fisiche, e nelle ultime gare è cresciuto moltissimo. Shakur sta facendo benissimo ed è riuscito a dare grande sicurezza a tutto il gruppo, quindi direi che abbiamo azzeccato tutte le mosse”

Com’è la Serie A, finalmente vista da dentro? E’ come l’ha sempre sognata?
“La vita ci insegna che la realtà è spesso molto diversa dai sogni. Me l’aspettavo così difficile, questo è certo. Dal punto di vista organizzativo, credo che la Lega dovrà fare qualcosa per adeguarsi ai cambiamenti derivati dall’evoluzione del basket europeo. Ci sono certamente diversi aspetti da correggere, le riunioni in Lega servono anche per fare questo tipo di approfondimenti. Il primo obiettivo deve essere quello di rendere più appetibile ancora il basket italiano, facendo appassionare i tifosi, anche sfruttando l’attuale crisi del calcio. Poi altro tema fondamentale è quello relativo alla televisione. Da questo punto di vista, la fresca notizia dello spostamento della copertura televisiva dell’anticipo da La7 a La7d mi pare un declassamento in antitesi rispetto agli interessi di cui stiamo parlando”

Se la sente di fare un confronto con l’altra neopromossa, Venezia, che ha ottenuto la qualificazione alla Final Eight?
“Certo, e faccio le mie più sincere felicitazioni a tutta la società, perchè hanno ottenuto un risultato non facile. Poi, però, se vogliamo fare dei confronti rispetto alla nostra realtà non possiamo non considerare l’aspetto economico, inteso sia societario che territoriale. I risultati sono spesso legati a questi due fattori, e la differenza di budget tra Casale e Venezia è cosi evidente che per forza di cose parliamo di due realtà che si pongono obiettivi diversi. Il nostro, di obiettivo, è e rimane quello di continuare a rappresentare il nostro territorio nella massima serie del basket italiano”

E’ pacifico che viviamo un momento di crisi. Secondo lei ci sono margini di crescita per Casale?
“Le crisi ci colpiscono quando abbiamo l’ambizione di fare il passo molto più lungo della gamba. In tutta la mia gestione non ho mai fatto un ragionamento di questo tipo, perchè può portare il rischio di fare delle follie. La filosofia del passo lungo quanto la gamba premia alla distanza, e con essa siamo arrivati fino a qui, quindi con la stessa filosofia andremo avanti”

Prende parola, poi, coach Crespi, che ha voluto essere presente alla conferenza per poter dare le proprie valutazioni: “Dal punto di vista tecnico posso dire che quanto abbiamo prodotto non è proporzionale a quanto abbiamo raccolto. E questa è una fotografia, più che un giudizio, che ci deve dare motivazione, soprattutto a capire perchè non abbiamo ottenuto un raccolto adeguato. Ci siamo confrontati, staff e giocatori, e abbiamo parlato moltissimo, e sono stati fatti discorsi concreti, che ci hanno permesso di individuare le lacune principali sulle quali dobbiamo lavorare, ossia la gestione degli ultimi minuti e soprattutto l’aggressività rispetto agli avvenimenti che accadono 9in campo, la capacità di castigare le scelte offensive e difensive dei nostri avversari. Se, però, dico che non abbiamo raccolto proporzionalmente, vuol dire che qualcosa di positivo abbiamo fatto: non abbiamo mai facilitato le qualità di chi ci siam trovati di fronte, e abbiamo sempre tenuto un buon ritmo di gioco, con dei picchi che prescindono dalla vittoria, come ad esempio il primo quarto a Treviso ed il terzo quarto a Bologna in cui ho visto comunque il gioco su cui lavoriamo. E queste due caratteristiche devono essere il nostro punto di partenza per l’immediato futuro. In ogni caso dal confronto con i giocatori sono emerse cose positive, concrete, e questo mi rende particolarmente fiducioso. Ritocchi? I cambiamenti fatti recentemente sono stati strutturali, ma generalmente sono contrario, perchè significano mettere in dubbio le risorse che già abbiamo a disposizione. E, tanto meno, credo alla teoria del giocatore “salva stagione”: esiste un giocatore, in senso assoluto, di questo tipo? E, in caso affermativo, questo giocatore è a disposizione? Io ho ragionato con il mio staff, e siamo arrivati che tra lo stare ed il cambiare abbiamo decisamente puntato sulla prima opzione. Su chi fare la corsa? Su noi stessi. Io della classifica so a malapena i punti che abbiamo ed i nostri prossimi impegni, per il resto le tabelle le lascio volentieri agli altri”

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