“Malapolvere”: la tragedia dell’amianto in un libro e a teatro
La giornalista Silvana Mossano racconta trentanni di amianto, di sviluppo economico e di malattie professionali, attraverso ricostruzioni, testimonianze delle vittime e una lettera aperta ai signori dellamianto. A teatro il monologo di Laura Curino liberamente tratto dal libro
La giornalista Silvana Mossano racconta trentanni di amianto, di sviluppo economico e di malattie professionali, attraverso ricostruzioni, testimonianze delle vittime e una lettera aperta ai signori dellamianto. A teatro il monologo di Laura Curino liberamente tratto dal libro
Da quasi tre decenni Silvana Mossano vede, vive e annota le storie dolorose di Casale, raccontando la tempesta che si scatena quando arriva addosso “quella” diagnosi, e ancor prima, quando sintomi banali e insignificanti sviluppano un irrefrenabile sospetto di malasorte.
“L’idea è nata tanti anni fa, quando nel 1984 si iniziava a parlare di mesotelioma – racconta Silvana Mossano – come cronista di giudiziaria sentivo la necessità di scrivere andando oltre lo spazio limitato del giornale. Ho iniziato e sospeso più volte la scrittura perché volevo evitare un linguaggio stucchevole che sarebbe stato assolutamente fuori luogo per raccontare questo disastro”.
Il volume inizia con un racconto che introduce nel clima emotivo di chi vive con il “sospetto” e la possibilità che possa toccare proprio a lui, “un racconto verosimile, anche se non racconta un caso preciso” afferma l’autrice.
La seconda parte è dedicata alle testimonianze, storie vere di donne malate, vedove, figlie, sorelle, tutte travolte, in qualche modo, dalla polvere. La terza parte è la cronaca di decenni di rapporto con la lavorazione dell’amianto, di sviluppo economico, di malattie professionali e di battaglie nei luoghi in cui la produzione è stata più radicata, come nel Casalese, ma anche a Cavagnolo, a Rubiera dell’Emilia e a Bagnoli di Napoli.
“Ho lasciato che il dolore mi attraversasse e alla fine del libro ero stremata – continua Silvana Mossano – ma dovevo raccontare storie che non possono rimanere anonime, sentivo l’esigenza di lasciare una traccia di tanto dolore”.
La conclusione è una lettera aperta ai “signori dell’amianto” – “perché non ci sono solo i padroni dell’Eternit, dice la Mossano – una scommessa sulla speranza e la volontà di riscatto, una richiesta precisa e determinata: contribuire alla scoperta di una cura che guarisca dai danni della “malapolvere”.
“I casalesi si aspettano una sentenza che riconosca la responsabilità degli imputati per l’accusa di disastro ambientale colposo e permanente anche se la verità giudiziaria a volte non è così scontata. La sentenza farà giurisprudenza perché ci sono i ‘padroni’ alla sbarra – conclude Silvana Mossano – Non ritengo che Casale possa diventare la capitale mondiale della ricerca sul mesotelioma, bisogna però fare rete in modo da unire le forze e gli studi in tutto il mondo”.
Fino a domenica al Teatro Gobetti di Torino (via Rossini, 8) Laura Curino è in scena con il monologo liberamente tratto dal libro di Silvana Mossano.
“È un testo originale perché il linguaggio teatrale è diverso da quello dei libri ma ho voluto mantenere quel titolo strepitoso. ‘Malapolvere’ contiene la ragione e la maledizione – dichiara Laura Curino – Gli operai dell’Eternit andavano a lavorare in una fabbrica con condizioni di lavoro tremende per garantire un po’ di benessere alla loro famiglia e per molto tempo non hanno temuto per la salute, era solo un sacrificio che si faceva per i figli”.
Anche l’attrice aveva sentiva l’esigenza, come la scrittrice, di parlare della tragedia: “Io sono di origine monferrina ed era un pensiero che avevo da tempo: il libro di Silvana Mossano mi ha fatto nascere l’ispirazione”.
Il pubblico spesso non conosce la dimensione del disastro casalese e rimane sconvolto dal numero dei morti, dal fatto che il mesotelioma colpisca anche persone che non hanno mai lavorato all’Eternit e che la malattia causerà vittime ancora per decenni.
“Sento il dovere di informare con il mio lavoro – dice Laura Curino – e anche di consolare: se io conosco la tragedia e ne parlo, chi è colpito dalla malattia e i famigliari delle vittime possono trarre un po’ di consolazione”
Dopo Torino, Malapolvere sarà rappresentato sabato 18 febbraio al Teatro San Filippo Neri di Nembro (Bg) e dal 22 al 26 al Teatro Duse di Genova. Laura Curino conferma che il Comune di Casale ha chiesto di rappresentare in città il monologo. “Non era scontato, la richiesta mi ha fatto molto piacere, stiamo organizzando per fissare le date” conclude l’attrice.