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Da Casale verso il Mondo, biglietto di andata e ritorno
Lemigrazione giovanile dalle nostre città è in aumento. Si può trasformarla in unoccasione di scambio? Forse, con laiuto dei nuovi mezzi di comunicazione: e nasce un nuovo Blog
L?emigrazione giovanile dalle nostre città è in aumento. Si può trasformarla in un?occasione di scambio? Forse, con l?aiuto dei nuovi mezzi di comunicazione: e nasce un nuovo Blog
Le valigie sono pronte. Eccitazione e paura accompagnano la partenza, fino allo scambio di binari: trattieni il fiato, scatta un meccanismo e tac!… il tuo scompartimento è lanciato verso un’altra direzione. Dal medesimo punto di partenza, vai incontro ad un destino non ancora immaginato.
E’ la storia di Davide, studente a Londra; di Laura, impiegata a Berlino; di Silvia, architetto in Francia, e di quanti dall’Italia hanno scelto di vivere all’estero. Per una chimica strana di turbamento e di energia, per costruire il proprio futuro, per conoscere magari nuove persone, lingue e culture. Si va all’estero per sperimentare vita, libertà, sesso; oltre che timori e ostacoli: è coinvolta un’intera gamma di emozioni.
Ma ci sono anche elementi generali, di un fenomeno collettivo che non accenna a diminuire e che non si inquadra facilmente nel termine emigrazione. L’Italia è stata terra di emigrazione: ad inizio ‘900, quando molta gente con le valigie di cartone cercava fortuna all’estero. E poi è stata terra di immigrazione: per i popoli dell’Est e del Sud venuti qui in cerca di lavoro.
Si trattava però, in entrambi i casi, soprattutto di manovali e di contadini diretti verso terre più evolute (economicamente parlando). Mentre i giovani, laureati e professionisti, che sempre più affollano oggi gli aeroporti sono segno di un fenomeno diverso, che riflette due atteggiamenti speculari: quello di chi pensa “il mondo è casa mia”, e chi invece afferma: “l’Italia non mi piace!”.
Questi giovani, cioè, sono da un lato figli di una società avanzata che si trova – per cultura, indole o per scelta – a proprio agio in un contesto internazionale; dall’altro lato sono gli orfani di un Paese che non garantisce più un futuro adeguato e sereno, e per questo cercano una strada altrove.
In una città di provincia come Casale, questo fenomeno è ancora più marcato, perché privo spesso di un flusso di ritorno. Dopo aver rilevato, però, questa fuga di cervelli, si può tentare forse un ribaltamento della questione, e trarne un’occasione di scambio. In effetti, i giovani espatriati costituiscono un punto di riferimento per dare uno sguardo “oltre” il confine delle nostre città: e sapere ciò che avviene fuori.
Se gli aerei portano rapidamente i viaggiatori verso destinazioni lontane, Internet riporta ancora più velocemente in contatto le persone: si può creare così uno scambio con coloro che lavorano e studiano in altri Paesi, e chi sta in patria. Un confronto ricco per entrambi di sollecitazioni e di stimoli al cambiamento.
Nasce così l’idea del nuovo blog: Casalesi oltre Confine, fatto dei contributi di chi, cresciuto a Casale e nel Monferrato, è andato a vivere all’estero e ha voglia di parlare di sé, del proprio Paese di arrivo, e di dare suggerimenti a chi è rimasto a casa. Chi lo consulta a sua volta può commentare, rispondere, domandare. L’informazione ora … è inter-attiva!
E’ la storia di Davide, studente a Londra; di Laura, impiegata a Berlino; di Silvia, architetto in Francia, e di quanti dall’Italia hanno scelto di vivere all’estero. Per una chimica strana di turbamento e di energia, per costruire il proprio futuro, per conoscere magari nuove persone, lingue e culture. Si va all’estero per sperimentare vita, libertà, sesso; oltre che timori e ostacoli: è coinvolta un’intera gamma di emozioni.
Ma ci sono anche elementi generali, di un fenomeno collettivo che non accenna a diminuire e che non si inquadra facilmente nel termine emigrazione. L’Italia è stata terra di emigrazione: ad inizio ‘900, quando molta gente con le valigie di cartone cercava fortuna all’estero. E poi è stata terra di immigrazione: per i popoli dell’Est e del Sud venuti qui in cerca di lavoro.
Si trattava però, in entrambi i casi, soprattutto di manovali e di contadini diretti verso terre più evolute (economicamente parlando). Mentre i giovani, laureati e professionisti, che sempre più affollano oggi gli aeroporti sono segno di un fenomeno diverso, che riflette due atteggiamenti speculari: quello di chi pensa “il mondo è casa mia”, e chi invece afferma: “l’Italia non mi piace!”.
Questi giovani, cioè, sono da un lato figli di una società avanzata che si trova – per cultura, indole o per scelta – a proprio agio in un contesto internazionale; dall’altro lato sono gli orfani di un Paese che non garantisce più un futuro adeguato e sereno, e per questo cercano una strada altrove.
In una città di provincia come Casale, questo fenomeno è ancora più marcato, perché privo spesso di un flusso di ritorno. Dopo aver rilevato, però, questa fuga di cervelli, si può tentare forse un ribaltamento della questione, e trarne un’occasione di scambio. In effetti, i giovani espatriati costituiscono un punto di riferimento per dare uno sguardo “oltre” il confine delle nostre città: e sapere ciò che avviene fuori.
Se gli aerei portano rapidamente i viaggiatori verso destinazioni lontane, Internet riporta ancora più velocemente in contatto le persone: si può creare così uno scambio con coloro che lavorano e studiano in altri Paesi, e chi sta in patria. Un confronto ricco per entrambi di sollecitazioni e di stimoli al cambiamento.
Nasce così l’idea del nuovo blog: Casalesi oltre Confine, fatto dei contributi di chi, cresciuto a Casale e nel Monferrato, è andato a vivere all’estero e ha voglia di parlare di sé, del proprio Paese di arrivo, e di dare suggerimenti a chi è rimasto a casa. Chi lo consulta a sua volta può commentare, rispondere, domandare. L’informazione ora … è inter-attiva!