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Fibre di amianto sotto i livelli di guardia nell’aria
Lo dicono i risultati di un monitoraggio dell'Arpa effettuato in 48 Comuni. Massimo D'Angelo (Centro regionale amianto): "E' indispensabile operare in forma coordinata e pianificata attraverso piani d'azione"
Lo dicono i risultati di un monitoraggio dell'Arpa effettuato in 48 Comuni. Massimo D'Angelo (Centro regionale amianto): "E' indispensabile operare in forma coordinata e pianificata attraverso piani d'azione"
L’aria di Casale e di altri 47 comuni non presenta al momento presenze significative di fibra killer da amianto. Lo dice un monitoraggio, effettuato in un arco temporale tra il 2009 ed il 2010, di Arpa Piemonte.
I risultati sono stati resi noti in un incontro pubblico organizzato nella sala del consiglio comunale di Casale Monferrato, con l’intervento del sindaco Giorgio Demezzi e dell’assessore alla tutela dell’ambiente Vito De Luca. E come sempre, quando si parla di amianto a Casale, l’attenzione era alta ed in sala c’erano diversi esponenti del mondo politico casalese oltre che sindaci monferrini.
Il responsabile del Polo amianto di Arpa Piemonte, Claudio Trova, ha illustrato le risultanze dell’indagine compiuta nell’ambito del Sito di bonifica interesse nazionale di Casale che investe tutti i Comuni dell’ex Ussl 76, 45 in provincia di Alessandria, 2 in quella di Vercelli e uno di Asti.
“Le analisi compiute sui 334 campioni di materiale aerodisperso – ha detto – effettuate in microscopia elettronica a scansione, hanno evidenziato la presenza di amianto in concentrazioni tra 0,2 e 0,6 fibre/litro, in 15 punti di campionamento”.
Si tratta di un dato incoraggianete e rassicurante (soprattutto dopo che nelle ultime settimane si sono avuti diversi casi di decesso per mesotelioma pleurico in città, ma è una malattia che ha una incubazione lunghissima) anche alla luce del fatto che, pur non esistento un limite di legge, negli ambienti di vita viene presa come riferimento la concentrazione di 1 fibra/litro indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il responsabile del Centro regionale amianto, Massimo D’Angelo, dal canto suo, ha evidenziato la necessità di un piano di azione dei Comuni per sensibilizzare la popolazione a conoscere i diversi manufatti che possono contenere amianto e li segnali agli enti preposti (gli stessi Comuni, l’Arpa, l’Asl), E per questo sarà necessaria anche la collaborazione attiva di rappresentanze della popolazione quali l’Afeva, le organizzazioni sindacali. D’Angelo ha sottolineato come ambiente e salute siano un binomio imprescindibile e sia “indispensabile operare in forma coordinata e pianificata attraverso piani di azione” con l’attivazione di processi di comunicazione a tutti i livelli, istituzionale, tecnico, di popolazione.
I risultati sono stati resi noti in un incontro pubblico organizzato nella sala del consiglio comunale di Casale Monferrato, con l’intervento del sindaco Giorgio Demezzi e dell’assessore alla tutela dell’ambiente Vito De Luca. E come sempre, quando si parla di amianto a Casale, l’attenzione era alta ed in sala c’erano diversi esponenti del mondo politico casalese oltre che sindaci monferrini.
Il responsabile del Polo amianto di Arpa Piemonte, Claudio Trova, ha illustrato le risultanze dell’indagine compiuta nell’ambito del Sito di bonifica interesse nazionale di Casale che investe tutti i Comuni dell’ex Ussl 76, 45 in provincia di Alessandria, 2 in quella di Vercelli e uno di Asti.
“Le analisi compiute sui 334 campioni di materiale aerodisperso – ha detto – effettuate in microscopia elettronica a scansione, hanno evidenziato la presenza di amianto in concentrazioni tra 0,2 e 0,6 fibre/litro, in 15 punti di campionamento”.
Si tratta di un dato incoraggianete e rassicurante (soprattutto dopo che nelle ultime settimane si sono avuti diversi casi di decesso per mesotelioma pleurico in città, ma è una malattia che ha una incubazione lunghissima) anche alla luce del fatto che, pur non esistento un limite di legge, negli ambienti di vita viene presa come riferimento la concentrazione di 1 fibra/litro indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il responsabile del Centro regionale amianto, Massimo D’Angelo, dal canto suo, ha evidenziato la necessità di un piano di azione dei Comuni per sensibilizzare la popolazione a conoscere i diversi manufatti che possono contenere amianto e li segnali agli enti preposti (gli stessi Comuni, l’Arpa, l’Asl), E per questo sarà necessaria anche la collaborazione attiva di rappresentanze della popolazione quali l’Afeva, le organizzazioni sindacali. D’Angelo ha sottolineato come ambiente e salute siano un binomio imprescindibile e sia “indispensabile operare in forma coordinata e pianificata attraverso piani di azione” con l’attivazione di processi di comunicazione a tutti i livelli, istituzionale, tecnico, di popolazione.