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Avvocati e sindaci fanno quadrato per difendere il Tribunale
Il dissenso dell'Ordine alla soppressione dell'ufficio giudiziario. In una affollata riunione convocata dal sindaco Giorgio Demezzi tutti i numeri del palazzo di giustizia. La sopravvivenza non sarà affidata solo ai processi civili per l'Eternit ma dipende anche dalla qualità del lavoro e dalla particolarità del territorio
Il dissenso dell'Ordine alla soppressione dell'ufficio giudiziario. In una affollata riunione convocata dal sindaco Giorgio Demezzi tutti i numeri del palazzo di giustizia. La sopravvivenza non sarà affidata solo ai processi civili per l'Eternit ma dipende anche dalla qualità del lavoro e dalla particolarità del territorio
“Convinto e fermo dissenso ad ogni decisione che possa portare all’accorpamento del Tribunale di Casale Monferrato ad altri limitrofi Tribunali provinciali con la conseguente sua soppressione”. E’ quanto risulta da un documento approvato all’unanimità dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Casale Monferrato che verrà trasmesso a tutte le più alte cariche dello Stato oltre che ai sindaci dei Comuni ricompresi nel circondario di Casale.
E’ stato illustrato ieri, giovedì 5 aprile, nel corso della riunione che si è tenuta nella sala consiliare di Casale in una riunione convocata dal sindaco Giorgio Demezzi, alla presenza di oltre 30 rappresentanti dei 52 comuni (in Provincia di Alessandria e di Asti) interessati dal provvedimento. L’articolato documento contiene le ragioni del no ad una eventuale decisione di accorpare il Tribunale casalese (mettendo fine nel contempo anche alla Corte d’Assise tuttora esistente) ed unisce ragioni di portata generale a dati locali. Tra le prime c’è l’incostituzionalità del percorso di formazione delle legge in quanto in sede di conversione del decreto legge sul riordino degli uffici giudiziari, sono stati introdotti degli elementi ulteriori rispetto a quelli trattati. E poi ci sono le considerazioni dell’Ordine forense cittadino sul fatto che le rilevazioni statistiche confermano che i tribunali piemontesi sono i più efficienti. Così si è appreso che nel corso del 2011 il Tribunale di Casale Monferrato ha definito 3236 procedimenti civili, numero quasi uguale a quelli nuovi nello stesso periodo (3240), mentre nel settore penale sono stati definiti 2096 procedimenti e nel corso dello stesso anno ne sono stati instaurati 1256 nuovi. Nonostante questi dati il rischio è che tale mole di lavoro venga trasferita ad altri tribunali che hanno l’unico merito di essere sede di capoluogo di provincia, a prescindere da ogni altra valutazione, quindi Alessandria o Asti o Vercelli. Non si terrebbe, in questo modo, in debito conto che il Tribunale di Casale opera su un territorio non piccolo, 800 chilometri quadrati con una popolazione di 100mila persone.
Il documento coglie anche uno spiraglio indicato nelle legge di conversione: “nel ridefinire ll’assetto territoriale degli uffici giudiziari occorre considerare la specificità del bacino di utenza”. E il richiamo alla vicenda Eternit ed alle ferite del territorio potrebbe essere un valido appiglio, anche se non il solo. Claudio Saletta primo cittadino di Sala Monferrato ha posto l’accento in un suo intervento proprio su questa possibilità, unitamente al fatto che i procedimenti civili dei casalesi e del monferrini che richiedano un risarcimento dei danni ai proprietario dell’ex Eternit possa venire svolto proprio davanti al Tribunale di Casale. Ciò anche se sicuramente sarebbe un fattore importante per l’aumento del contenzioso, tuttavia non sarebbe – da solo – l’elemento che andrebbe a preservare l’ufficio giudiziario casalese dalla chiusura. E proprio la questione Eternit è al centro di un incontro che si svolge oggi, venerdì, in sala giunta a Casale tra il Comune di Casale Monferrato, l’Asl Al e la Regione Piemonte (che sarà rappresentata dal vice presidente ed assessore al contenzioso Ugo Cavallera) con i rispettivi legali per iniziare a valutare le strade da seguire nel dopo sentenza Eternit di Torino, anche se i magistrati non hanno ancora depositato le motivazioni della condanna a 16 anni di reclusione per il barone belga De Cartier De Marchienne e per Stephan Schmidheiny. La strada, per vedere scritta la parola fine, è ancora lunga ma come dicevano i latini “Si vis pacem para bellum”.
E’ stato illustrato ieri, giovedì 5 aprile, nel corso della riunione che si è tenuta nella sala consiliare di Casale in una riunione convocata dal sindaco Giorgio Demezzi, alla presenza di oltre 30 rappresentanti dei 52 comuni (in Provincia di Alessandria e di Asti) interessati dal provvedimento. L’articolato documento contiene le ragioni del no ad una eventuale decisione di accorpare il Tribunale casalese (mettendo fine nel contempo anche alla Corte d’Assise tuttora esistente) ed unisce ragioni di portata generale a dati locali. Tra le prime c’è l’incostituzionalità del percorso di formazione delle legge in quanto in sede di conversione del decreto legge sul riordino degli uffici giudiziari, sono stati introdotti degli elementi ulteriori rispetto a quelli trattati. E poi ci sono le considerazioni dell’Ordine forense cittadino sul fatto che le rilevazioni statistiche confermano che i tribunali piemontesi sono i più efficienti. Così si è appreso che nel corso del 2011 il Tribunale di Casale Monferrato ha definito 3236 procedimenti civili, numero quasi uguale a quelli nuovi nello stesso periodo (3240), mentre nel settore penale sono stati definiti 2096 procedimenti e nel corso dello stesso anno ne sono stati instaurati 1256 nuovi. Nonostante questi dati il rischio è che tale mole di lavoro venga trasferita ad altri tribunali che hanno l’unico merito di essere sede di capoluogo di provincia, a prescindere da ogni altra valutazione, quindi Alessandria o Asti o Vercelli. Non si terrebbe, in questo modo, in debito conto che il Tribunale di Casale opera su un territorio non piccolo, 800 chilometri quadrati con una popolazione di 100mila persone.
Il documento coglie anche uno spiraglio indicato nelle legge di conversione: “nel ridefinire ll’assetto territoriale degli uffici giudiziari occorre considerare la specificità del bacino di utenza”. E il richiamo alla vicenda Eternit ed alle ferite del territorio potrebbe essere un valido appiglio, anche se non il solo. Claudio Saletta primo cittadino di Sala Monferrato ha posto l’accento in un suo intervento proprio su questa possibilità, unitamente al fatto che i procedimenti civili dei casalesi e del monferrini che richiedano un risarcimento dei danni ai proprietario dell’ex Eternit possa venire svolto proprio davanti al Tribunale di Casale. Ciò anche se sicuramente sarebbe un fattore importante per l’aumento del contenzioso, tuttavia non sarebbe – da solo – l’elemento che andrebbe a preservare l’ufficio giudiziario casalese dalla chiusura. E proprio la questione Eternit è al centro di un incontro che si svolge oggi, venerdì, in sala giunta a Casale tra il Comune di Casale Monferrato, l’Asl Al e la Regione Piemonte (che sarà rappresentata dal vice presidente ed assessore al contenzioso Ugo Cavallera) con i rispettivi legali per iniziare a valutare le strade da seguire nel dopo sentenza Eternit di Torino, anche se i magistrati non hanno ancora depositato le motivazioni della condanna a 16 anni di reclusione per il barone belga De Cartier De Marchienne e per Stephan Schmidheiny. La strada, per vedere scritta la parola fine, è ancora lunga ma come dicevano i latini “Si vis pacem para bellum”.
[Qui l’Ordine del giorno sulla salvaguardia del Tribunale di Casale Monferrato del Consiglio Comunale]