Junior, l’alba di un nuovo ciclo
Il patron Cerutti fa chiarezza sul futuro della Junior. Società in mano ad un consorzio, con un maggior impegno nel sociale. Budget non ancora definito, ma il ripescaggio è una mission impossible
Il patron Cerutti fa chiarezza sul futuro della Junior. Società in mano ad un consorzio, con un maggior impegno nel sociale. Budget non ancora definito, ma il ripescaggio è una mission impossible
Primo passo compiuto per la “nuova” Junior Casale, che prende vita dalle parole di un visibilmente commosso Cerutti, patron storico del sodalizio cestistico. “Penso che un’epoca, lunga dodici anni condotti da presidente e azionista di riferimento, sia giunta a conclusione”. Con queste parole, che per un attimo fanno gelare il sangue nelle vene degli addetti accorsi alla conferenza stampa, il presidente chiude formalmente un ciclo, per aprirne uno completamente nuovo, a più ampio raggio come spiega lui stesso: “Tutte le favole come hanno un inizio hanno anche una fine, sono convinto che sia arrivato il momento di cambiare e di rinnovare un progetto che ritengo concluso. Se vogliamo dare un senso di continuità non possiamo più limitarci a far identificare il club in una sola persona, ossia il sottoscritto. Ho parlato con i soci storici, che poi sono anche degli amici, e unanimemente abbiamo pensato ad un nuovo progetto, un consorzio sul modello di altre società del basket italiano come, ad esempio, è stato fatto a Varese”.
Ci può spiegare il motivo di questa scelta?
“Io sono entrato nel basket dodici anni fa, e ricordo nitidamente la prima partita, giocata in C1 con 71 paganti. La partita contro Siena, al di là dell’atteggiamento del pubblico che mi è dispiaciuto, ha rappresentato il raggiungimento di un ciclo, abbiamo fatto una scalata meravigliosa e sento che siamo arrivati alla fine”
Quali cambiamenti apporterà questo nuovo assetto societario?
“Ad oggi non abbiamo ancora programmi chiari. Li avremo a breve, dato che il tutto verrà formalizzato nel mese di giugno. Da quel momento, il consorzio avrà una durata di base biennale, con budget ed obiettivi che verranno fissati in relazione a questo termine, anche se ci si augura che la progettualità sia anche più longeva. Siamo nel pieno della costruzione di una casa e ora come ora siamo alle fondamenta. Tecnicamente posso dire che sarà un consorzio che deterrà la maggioranza, in maniera tale da lasciare quote anche a quelle persone fisiche che hanno dato il proprio contributo e che non vogliamo certamente dimenticare. Dobbiamo ancora decidere se affidare l’amministrazione ad un amministratore unico oppure ad un c.d.a. Che in ogni caso sarà composto da non più di tre persone, purchè dotate di forti competenze tecniche, insomma persone di sport. Sarà, questo, un mese decisivo: in partenza il consorzio sarà composto dai soci storici che mi hanno dato una mano in tutti questi anni, dopodichè il nostro augurio è che questa iniziativa veda l’adesione di tanti investitori, dai grandi imprenditori fino ai piccoli commercianti, chiunque sia interessato – in città ma anche in provincia e, perchè no, regione – a questa iniziativa, purchè in linea con il principio che ne sta alla base”
Può precisare la linea guida di questo nuovo principio operativo?
“Da sempre mi sono posto una linea di pensiero che è espressione dei principi che la mia famiglia ha tramandato fino a me. Tutto quel che ho fatto ha avuto, alla base, la grande passione che nutro per lo sport, ma soprattutto ci tengo a precisare che non ha mai avuto a che vedere con interessi prettamente imprenditoriali. Io e tutti i miei soci, che sono anche amici di vita, condividiamo un modo di pensare e di agire. Non abbiamo interessi imprenditoriali, non vogliamo vendere prodotti attraverso il basket. Siamo perfettamente consapevoli del nostro ruolo civico e sociale, ed è proprio da questa considerazione che nasce il nuovo progetto, un progetto che avrà alla base certamente il basket, e che prenderà in considerazione ogni iniziativa sociale legata allo sport nel nostro territorio. Non voglio comunque allarmare nessuno, il basket e la Junior rimarranno centrali in questo nuovo progetto”
Quale sarà il suo ruolo in questo nuovo progetto?
“Il rapporto tra me e la Junior cambia, siamo all’alba di un nuovo ciclo in cui non voglio più che la società venga identificata esclusivamente nel sottoscritto. In questo consorzio sarò chiaramente l’elemento che farà da collante, ma ritengo che il mio ciclo personale sia concluso”
Che Junior sarà l’anno prossimo? Avete intenzione di risalire in Serie A? Se ci fosse la possibilità di un ripescaggio cosa farete?
“Noi siamo retrocessi sul campo, siamo in Legadue e di questo dobbiamo prendere atto. Sui ripescaggi ci sono regole molto chiare, basate su parametri e ranking, che non ci favoriscono. E’ un problema che non mi pongo, di solito non me ne faccio finchè non ci sono. Dal punto di vista sportivo dipenderà tutto dal budget che avremo a disposizione, cosa che oggi non saprei definire. Con la volontà si muovono montagne, il problema è che poi servono i mezzi per poterlo fare. Tra un mese la situazione sarà molto più chiara e una volta che avremo le idee chiare sulla composizione societaria e sul budget potremo delineare gli obiettivi e, di conseguenza, fare le scelte, dall’allenatore ai giocatori”
All’alba di questo nuovo ciclo qual’è il suo stato d’animo?
“Arriviamo da un anno nato sbagliato nelle scelte iniziali, sfortunato per tutti gli infortuni patiti in corsa e condizionato da un’innumerevole serie di episodi sfavorevoli. Elementi che alla fine hanno giocato un brutto scherzo anche ai giocatori. E’ stato un anno molto difficile per me a livello psicologico. Tutto ciò che faccio non deriva da interessi imprenditoriali ma nasce dal senso civico che nutro per il mio territorio. Ecco perchè, lo dico in tutta sincerità, non sono riuscito a vivermi la stagione con la gioia che avrebbe dovuto contraddistinguere la prima stagione in Serie A. Non mi sono mai sentito a mio agio, a partire dal rapporto con la Lega, sicuramente non solo perchè sono retrocesso ma anche perchè molte iniziative volte a migliorare l’attuale situazione del basket sono cadute nel nulla”
La stagione è stata negativa, ma i settori giovanili funzionano alla grande…
“E’ vero, la retrocessione è il fallimento di un programma sportivo, un peso che mi sono totalmente caricato sulle mie spalle anche se poi in campo non ci sono andato io. Il settore giovanile nasce come punto di contatto con il nostro territorio, e si è sviluppato grazie al lavoro di uomini come Crespi e Pansa. Oggi abbiamo tre squadre alle finali nazionali e diversi giovani nel giro della Nazionale, e questo rimane per noi un motivo di enorme orgoglio”