Stephan Schmidheiny invitato dalle Nazioni Unite a Rio de Janeiro
Prenderà parte alla Conferenza mondiale sullo sviluppo sostenibile. Bruno Pesce (Vertenza amianto): "Vuole dire prendere a schiaffi le vittime". Perché il Governo non procedere con una nota di protesta?
Prenderà parte alla Conferenza mondiale sullo sviluppo sostenibile. Bruno Pesce (Vertenza amianto): "Vuole dire prendere a schiaffi le vittime". Perché il Governo non procedere con una nota di protesta?
Assume dei toni che, grotteschi, è dire poco la partecipazione di Stephan Schmidheiny alla prossima Conferenza mondiale sullo sviluppo sostenibile che si terrà a Rio de Janeiro dal 20 al 22 luglio prossimi. Definito in Italia come l’autore della “Offerta del diavolo” al Comune di Casale Monferrato – poi respinta al mittente – lo svizzero condannato a 16 anni di reclusione al processo di Torino, sarà in Brasile come “benefattore dell’umanità” e “filantropo”.
Incredulità e di sdegno a Casale Monferrato, Bruno Pesce, coordinatore della Vertenza amianto: “E’ il paradosso più estremo e più irresponsabile che potesse venire messo in atto. Non posso pensare che gli organizzatori siano degli sprovveduto. Lo abbiamo fatto già qualche mese fa con le altre associazioni internazionali che si occupano dell’amianto e delle sue vittime, adesso riproporremo una petizione che ne richieda l’esclusione. Tutto questo vuole dire uno schiaffo in faccia alle vittime”. Certo è che Schmidheiny, condannato in Italia a 16 anni di reclusione, ha forse voluto, indirettamente dimostrare la sua potenza e i suoi collegamenti con le cancellerie internazionali. Del resto prima della presentazione del maxi esposto di Afeva e sindacati alla procura di Torino – che ha dato il via al processo Eternit – ricopriva la carica di presidente di un Istituto per lo sviluppo sostenibile collegato alle Nazioni Unite. Poi si è dimesso ma i suoi collegamenti non sono sicuramente venuti meno, come dimostra l’invito a Rio. Certamente ci sarebbe da attendersi che il Governo italiano faccia, magari con lo “stimolo” del ministro della Salute Renato Balduzzi che il problema di Casale e dell’amianto, l’ha preso veramente di petto, un passo ufficiale, anche con una nota diplomatica di protesta.