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Collegio Universitario: Studente Cercasi
Struttura semi sconosciuta del panorama casalese, il Collegio Cesare Pavese è incerto sul suo futuro
Struttura semi sconosciuta del panorama casalese, il Collegio Cesare Pavese è incerto sul suo futuro
Siamo a Casale, lato destro di via Alessandria per chi viene dal centro: il lungo muro un po’ scrostato sembra quello di un palazzo vuoto. Come ce n’è tanti a Casale: la Caserma, l’ex carcere, il fondo di via Cavour, varie aree industriali. Ma questo no: è un Collegio Universitario.
Intitolato a Cesare Pavese, lo scrittore che qui risiedette negli anni della Seconda Guerra Mondiale; il convitto si trova nel grande complesso Trevisio, donato nel lontano 1626 da Andrea Trevigi alla città, affinché fosse usato a fini educativi. In sintonia con questa vocazione, l’Ente che lo gestisce tentò la carta della residenza universitaria, in coincidenza con lo sviluppo a Casale della sede universitaria distaccata di Economia. Una scelta coraggiosa, ma non ripagata da un adeguato utilizzo: la struttura – a detta degli amministratori – può contare su circa due persone fisse all’anno, tranne l’eccezione dello scorso anno, quando vi transitò un gruppo di studenti di infermieristica. Così, a fronte di un investimento di 250.000 euro, i ricavi sono attualmente in perdita.
Non è il solo problema: “Il suo futuro è legato a quello dell’università casalese”, dice Pietro Portalupi, presidente dell’Ente Trevisio. E’ di questi giorni l’annuncio di un possibile ridimensionamento dell’Università di Casale. Che fare? “”Dovremmo aprire ad altri utenti”- prosegue il presidente Portalupi – “ma sempre nell’ambito dell’istruzione”. Con un’ambizione: “creare un ambiente per lo studio, destinato anche ai tanti studenti di scuola superiore che vivono in città, con un zona per recupero e aiuto allo studio, sul modello di Portofranco a Milano”.
Anche se la struttura manca di una cucina, i locali meritano certamente di essere valorizzati. L’assenza di un collegamento con l’Edisu, punto di riferimento per la gestione dei collegi universitari in Piemonte, pesa sul numero di utenti. Sollecitati, i loro uffici rispondono che: “La scelta delle strutture per il nostro servizio abitativo è compito della Regione”. Eppure l’Ente Trevisio, cui appartiene il Convitto Casalese, è una struttura autonoma ma con un consiglio nominato da Comune, Ministero e, appunto, Regione
Evidenti, però, sono gli altri fattori che finora hanno limitato l’uso della struttura:
– l’organizzazione: l’Ente non ha una struttura amministrativa sempre operativa, il che indebolisce l’operatività stessa del Collegio ;
– la carenza di fondi: dato endemico di ogni struttura pubblica o semi-pubblica, tanto che l’Ente ha faticato per mantenere aperta la scuola media Trevigi, retrostante. Le recenti dismissioni di alcuni lotti dell’edificio, forse, potranno arginare il problema;
– la comunicazione: pochi cittadini casalesi sono a conoscenza del collegio; forse nemmeno tutti gli studenti. Un aspetto, questo, su cui è possibile lavorare anche in assenza di fondi.
Ciò che conta è la volontà e l’iniziativa. In tempi di risorse scarse, sarebbe un peccato sprecare quelle che abbiamo.