Strade…mobili
Il dissesto idrogeologico nel Monferrato, tra cause naturali e antropiche. Il "caso" del comune di Rosignano che ha integrato nel piano regolatore un "piano ambientale". "La forza che senza pausa chiama in basso la massa di ogni cosa" (D. Voltolini, Bandiere)
Il dissesto idrogeologico nel Monferrato, tra cause naturali e antropiche. Il "caso" del comune di Rosignano che ha integrato nel piano regolatore un "piano ambientale". "La forza che senza pausa chiama in basso la massa di ogni cosa" (D. Voltolini, ?Bandiere?)
“Si parla spesso di emergenza, ma in realtà si tratta di carenza di gestione”, afferma Stefano Donati, geologo e consulente di Legambiente. “Le cause di questi fenomeni sono infatti note: conformazione complicata del territorio, cementificazione, disboscamento, estremizzazione del clima. Di queste, 3 su 4 sono provocate dall’uomo.”
Come avvengono le frane? “In condizioni normali, la copertura vegetale trattiene il terreno e permette all’acqua di penetrare lentamente nel suolo e di arrivare gradualmente alle falde acquifere e ai fiumi. Con il disboscamento, il terreno tende a franare. Non solo: l’acqua precipita rapidamente nell’alveo dei fiumi, senza riempire le falde e provocando alluvioni.”
Aggiungendo poi la diffusione del cemento su ogni terreno, si crea un effetto di canalizzazione delle acque, che corrono sempre più veloci, amplificando i fenomeni descritti e travolgendo le case che malauguratamente sono sorte in luoghi impropri. L’estremizzazione del clima, dovuto ai cambiamenti climatici, favorisce infine frane e alluvioni, grazie alle precipitazioni concentrate e violenti.
Il fenomeno è presente in tutta Italia, e in Piemonte i comuni a rischio sono 1046 su 2981 [Autorità di bacino, 2003]. Qual è la situazione nel nostro territorio? “I comuni della provincia di Alessandria interessati dal rischio idrogeologico sono oltre il 50%” – rivela Mauro Forno, responsabile dell’ufficio decentrato per la Difesa dell’Assetto Idrogeologico della Regione, ad Alessandria. Un ente che opera in stretta sinergia con i piccoli Comuni. Come intervenite per tutelare la situazione? “Tramite la programmazione degli interventi necessari, attuati in base alle risorse e alle priorità stabilite dalle singole amministrazioni. E prima ancora con gli strumenti di pianificazione: un’importante conquista di cui oggi disponiamo”. Quali sono? “Innanzitutto il P.A.I., il piano di assetto idrogeologico, stilato dall’Autorità di Bacino competente (nel nostro caso quella del Po, con sede a Parma); poi c’è il Piano Territoriale provinciale, e infine i singoli Piani Regolatori dei Comuni, che stabiliscono l’uso del suolo (edificabile, non edificabile, a rischio)”.
Rosignano è un caso emblematico. Il comune, tra i più celebri del Monferrato e interessato di recente da fenomeni di dissesto e dalla chiusura di alcune strade, sta per varare il nuovo Piano Regolatore. Il sindaco Cesare Chiesa ce lo presenta in anteprima: “Il nuovo Piano Regolatore è stato affiancato dal piano ambientale integrato, che ci dà una nuova fotografia del territorio. Il piano si propone: interventi di recupero del centro storico con incentivi, salvaguardia dell’ambiente privilegiando ristrutturazioni e risparmio energetico; consentire nuovi edifici nei nuclei abitati già esistenti.”
Questo per il futuro, ma come agite con le frane presenti? “Quelle di competenza comunale sono in fase di ripristino: proprio grazie alla collaborazione con l’ufficio della Regione, abbiamo ottenuto 100.000 € di finanziamento per i lavori in località Goletta, verso Terruggia, avviati in questi giorni, 25.000 € per un altro lotto da avviare in primavera e 65.000 € per interventi di tipo preventivo in alcune frazioni.” E la strada della Mandoletta, il celebre balcone sul Monferrato la cui viabilità è interrotta da anni? “Lì sono presenti due frane, su cui ha competenza la Provincia: i responsabili hanno comunicato che sarà avviato il cantiere in primavera, per 550.000 €, e stimano la conclusione dei lavori entro l’autunno 2013”.
E’ legittimo chiedersi: gli interventi sono adeguati alla situazione? E perché si interviene quasi sempre dopo la catastrofe, con spese maggiori, anziché agire in modo preventivo, con un risparmio per lo Stato e per la collettività? L’architetto Forno spiega: “Di prevenzione se ne riesce a fare pochissima, essendo molto condizionati dalle risorse assai scarse. Anche perché l’attenzione politica è spesso altrove”. La situazione dei piccoli comuni è per il sindaco Chiesa “insostenibile a causa del Patto di Stabilità esteso ai centri sotto i 3.000 abitanti: alla riduzione dei finanziamenti statali si era fatto fronte con comportamenti virtuosi, ma questo nuovo vincolo limita in modo assurdo l’uso delle risorse rimaste, impedendo ogni sviluppo e ogni ripresa. E’ una cosa priva di buon senso e speriamo che il nuovo governo svincoli i piccoli comuni da tali limiti”.
A livello nazionale, inoltre, si calcola che si potrebbe mettere in sicurezza tutto il territorio con un investimento di circa 1,5 miliardi di € all’anno per 20 anni: risparmiando sulle emergenze e avviando un’economia virtuosa fatta di manutenzione, riforestazione, prevenzione e di stop ai condoni e al cemento diffuso.
L’ambiente e l’uomo devono lavorare insieme: “l’abbandono delle aree montuose e collinari favorisce il degrado – afferma il direttore Forno – Il territorio casalese, per fortuna, conserva realtà agricole quali i vigneti, che trattengono il terreno e rallentano il decorso delle acque”. Aggiunge Chiesa: “serve un monitoraggio attento e continuo”.
Se il dissesto idrogeologico sembra un’idea astratta, vediamo come tocca la vita delle persone. A Rosignano, ad esempio, le interruzioni dovute alle frane “hanno creato disagi agli abitanti dei paesi interessati e in particolare alle categorie deboli, gli studenti e gli anziani, che usano le linee pubbliche, costrette a deviazioni significative. – spiega Cesare Chiesa – da segnalare purtroppo anche la scarsa collaborazione di alcuni comuni limitrofi. Speriamo in una soluzione con la conclusione dei nuovi lavori”.
Mai acquisita per sempre, l’integrità del paesaggio è gioco continuo di precari equilibri.