A tu per tu con Povilas Butckevicius
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Stefano Musso - redazione@alessandrianews.it  
30 Gennaio 2013
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A tu per tu con Povilas Butckevicius

Incontro dietro le quinte con l’ala della Junior Casale

Incontro dietro le quinte con l’ala della Junior Casale

CASALE MONFERRATO – Segui i rimbalzi. Uno, alla palestra delle elementari dove hai cominciato; due, alla Palestra Leardi dove sei cresciuto; tre, laggiù a San Bernardino, dove è sorto il Palazzetto e sei diventato grande. Il basket è entrato in città a piccoli passi e non si più fermato.
Tanto che è capace di muover le persone. La massa di tifosi che la domenica si affolla all’ingresso, e durante la partita grida e intona cori verso il centro campo. Mentre, sotto i riflettori, i beniamini della Junior sudano al canestro. Da quando è in Lega2, la squadra attira giocatori da tutto il mondo. E dopo la partita, spenti i riflettori, scemato l’entusiasmo, i campioni tornano a casa.
Uno di loro ci apre la sua porta: Povilas Butkevicius. Classe 1987, alto 2m.01 , viene dalla Lituania.

Come sei arrivato qui?


E’ una lunga storia, che inizia con un amico che era stato in Italia due anni fa. Il mio contratto terminava e cercavo nuove possibilità: era il momento per me di provare nuove esperienze.

Come hai incontrato il Casale?

Pensavo di spostarmi in Italia, e quell’amico mi suggerì di partecipare alla Summer League di Imola. Così venni notato ed … eccomi qui!

Dalla Lituania a Casale, com’è stato l’impatto con la nuova realtà?
Per quanto riguarda vivere qui: perfetto. Per il basket, invece, all’inizio non fu facile, avevo bisogno di imparare. Ma sapevo ciò che mi aspettava: saremmo stati in tre stranieri, due americani oltre a me. E giocatori italiani di buon livello.

Quali sono le differenze tra il basket italiano e quello nel tuo Paese?
In Lituania, facciamo due o tre partite a settimana, con meno preparazione. Mentre qui cinque allenamenti per ogni partita settimanale. Inoltre, in Italia ci sono giocatori americani che hanno un ruolo di primo piano nella squadra, mentre da noi non ci sono molti giocatori USA di alto livello.

La passione per il basket in Lituania è molto diffusa: si più considerare lo sport nazionale?

Sì, tutti i ragazzini vogliono giocare a basket e molti emergono. Il nostro livello è assai buono, ma l’Italia ha da insegnare per quanto riguarda l’organizzazione e la preparazione tecnica.

Parliamo della squadra, quali sono i punti di forza e le debolezze della Junior?

Sicuramente i nostri giocatori americani sono dei fuoriclasse. Le debolezze … non si dicono 😉 Però siamo davvero una delle squadre con maggiori possibilità di vincere la stagione. Anche altre squadre sono forti: il Barcellona, il Pistoia, … Siamo più o meno allo stesso livello, e questo rende la sfida più stimolante. Dobbiamo cercare di restare al top!

Pregi e difetti del giocatore Povilas Butkevicius.
Difetto nei tiri; non sono un gran tiratore, si sa. Ma cerco sempre di migliorare. Per quanto riguarda i miei punti di forza, direi il palleggio e la prestanza atletica.


Cosa pensi quando entri in campo?
Sento il tifo del pubblico, il rumore. Io sono sempre felice, carico, pronto. Non penso molto alla partita che ci aspetta; ma all’emozione di entrare in campo e di dare il meglio.

Che rapporto hai con il pubblico di Casale?

Non mi aspettavo che ci fosse un pubblico così, caldo e rumoroso! Mi piace davvero e ci aiuta tantissimo a mantenere la carica quando siamo in difficoltà. Ci sono casi in cui il pubblico abbandona la partita se va male, qui no: ci danno la carica e non possiamo deluderli.

Povilas, perché sei diventato un giocatore di basket?


Nella mia famiglia nessuno giocava a basket. Ma io mi appassionai fin da piccolo, volevo diventare un giocatore professionista. A 14 anni, ebbi seri problemi di salute e dovetti stare fermo per un anno e mezzo. Temevo di non riuscire più. Ma volevo tornare e migliorarmi, e così…

Raccontaci la tua carriera.
Ho cominciato nella mia città, per 14 anni. Poi mi spostai a Kaunas, giocavo nelle giovanili. Quindi andai a giocare in Estonia, ma non fu una bella stagione: avevo 18-19 anni ed era la mia prima esperienza da professionista. L’anno dopo tornai in Lituania, alla Nezevis, ed ebbi buoni risultati. Così la Zalgiris mi offrì un contratto. Il resto della storia lo conoscete già…

Com’è la tua giornata tipo?
Mi alzo per le 9.00, porto fuori i cani (due levrieri whippet), faccio colazione e vado ad allenamento. Quindi pranzo a casa, mi riposo, di nuovo ad allenamento e al ritorno, nuovo giro coi cani! Quando non sono in campo, sto con la mia famiglia.

E la settimana com’è organizzata?
Tutta la settimana ci prepariamo alla partita della domenica. Il sabato sto tranquillo e cerco di concentrarmi; la domenica c’è la partita e … si gioca. Il lunedì è giorno di riposo: faccio il papà.

Cosa ti manca di più della Lituania?

Ovviamente i miei amici e i parenti. Ma anche qui ho trovato buoni amici, e ho la mia famiglia.

E c’è qualcosa qui, che manca invece nel tuo Paese?

Il cibo, chiaramente. E il bel tempo!

Ultima domanda: cosa ti aspetti dal futuro?
Spero e desidero restare qui in Italia, per proseguire la mia carriera.

Ed è questo il nostro augurio a Povilas Butkevicius: un giocatore semplice e sorridente, che fa bene agli eccessi dello sport italiano.

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