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Intervista doppia ai neo eletti Cristina Bargero e Fabio Lavagno: impressioni, riflessioni e intenti di due dei rappresentanti della provincia a Roma

Intervista doppia ai neo eletti Cristina Bargero e Fabio Lavagno: impressioni, riflessioni e intenti di due dei rappresentanti della provincia a Roma

INTERVISTE – L’arte di amministrare la cosa pubblica. Questo è politica. Farla, in Italia, significa reggere le sorti di un Paese in difficoltà. E confrontarsi col sangue di chi l’ha ottenuta, la Repubblica e di chi, prima, ha unito regioni da troppo tempo divise. Personalità come De Gasperi e Pertini, Spinelli e Angelo Vassallo stanno di fronte ai loro successori.
Ma anche arte della furbizia, ruberia e profitto. Sono sinonimi della politica in Italia. Gravata da un ciarpame di corruzione, criminalità e indifferenza che ha gettato disprezzo su chi è stato eletto per favorire il nostro vivere insieme.
Tra questi due poli, si colloca la sfida di due giovani appena eletti alla Camera dei Deputati: Cristina Bargero, 37 anni del Partito Demcratico, e Fabio Lavagno 35 per Sinistra Ecologia e Libertà. Con loro, Casale torna in Parlamento, in un momento delicatissimo della vita economica, sociale e politica. Cogliamo l’occasione per entrare con loro “dietro le quinte” e per sapere da loro:

Come è stato il primo giorno in Parlamento?

Bargero: E’ un’esperienza unica e anche una grande responsabilità. Perché siamo rappresentanti del territorio. L’impatto è per certi versi diverso dalle aspettative, perché la macchina del Parlamento è più efficiente di quanto si potrebbe immaginare.
Lavagno: Il primo impatto è stato, com’è ovvio, emozionante. Accedere all’aula di Montecitorio, per chi ha rispetto delle istituzioni e della storia italiana, non può che avere una forte caratterizzazione emotiva. E si avverte la responsabilità di essere in quel luogo per rappresentare un territorio, dei cittadini, dei valori.

Rischia di essere il Parlamento più breve della storia della Repubblica: come ci si sente?
Bargero: Ci sentiamo precari. Come la nostra generazione. Un fatto comico solo a parole.
Lavagno: L’incertezza nata dall’esito del voto rende il quadro estremamente complesso. L’aspirazione al cambiamento, alla novità e alla competenza, insieme al bisogno di risposte urgenti e concreti, deve richiamare tutti noi ad un forte senso di responsabilità: servono percorsi innovativi, capaci di parlare a tutto il Paese.

Vogliamo capire come funziona il lavoro di un parlamentare. All’interno del vostro partito, come si prendono le decisioni?
Bargero: Nelle riunioni di gruppo decidiamo le nomine e le strategie da seguire. Poi si svolgono incontri su base regionale per decidere come formare le Commissioni, tenendo conto delle varie competenze e professionalità.
Lavagno: Siamo in una fase, senza esecutivo e senza Commissioni, per nulla di routine. Il lavoro è soprattutto quello svolto in Aula, con le votazioni degli organi interni e le comunicazioni del Governo al Parlamento, come quelle emblematiche sulla crisi finanziaria e sulla vicenda dei Marò. Per quanto riguarda il gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà, in particolare, le posizioni vengono assunte nel più tradizionale e democratico dei modi: una serena discussione e una conseguente decisione collegiale, se necessario supportata dal voto. Salvaguardando l’autonomia delle proprie sensibilità e provenienze territoriali

Pur nel clima di scontro sotto gli occhi di tutti, avete contatti con esponenti di altri partiti?
Bargero: Al caffè, nei momenti informali ci si scambia saluti e presentazioni. Ma spesso la cosa finisce lì. Il gruppo dei Cinque Stelle è quello più appartato.
Lavagno: Avere contatti con rappresentanti di altri partiti non solo è inevitabile, ma auspicabile direi. Dobbiamo uscire da una visione settaristica della politica – che ahimè qualcuno invece coltiva – per rivendicare il confronto. Servono mediazioni alte, risposte efficaci, rifiutando quelle al ribasso, che convengono più a chi le propone che al bene generale.

Questione costi della politica. Ma quanto costa dunque la vita di un parlamentare?
Bargero: la vita romana è cara. Per chi non viene dalla capitale, le spese sono elevate: per dormire, gli alberghi romani sono costosi (io ho trovato un B&B); per mangiare pranzo e cena abbiamo luoghi agevolati, ma nel caso di incontri di livello devi andare al ristorante; poi ci sono i trasporti verso l’aeroporto e gli spostamenti interni. Per ora non è ancora chiaro quale sarà l’emolumento in questa legislatura: finora il nostro gruppo versava 1500 € al mese al partito, e metà dello stipendio per gli assistenti. Se la cifra sarà dimezzata, andranno riconsiderati i contributi al partito, anche perché ritengo utile destinarne una parte alla sezione di provenienza. La questione è delicata e serve soprattutto maggiore trasparenza. Ma anche evitare che la politica possano farla solo i ricchi.
Lavagno: La vita del parlamentare è piuttosto cara soprattutto per quanto riguarda la permanenza a Roma, tuttavia questa considerazione non può essere un alibi. In un momento tanto difficile, trasparenza e sobrietà sono una questione a cui tutti siamo chiamati ed io sono pronto a raccogliere la sfida. Occorre un analogo ragionamento sull’intera pubblica amministrazione, dove spesso i compensi di funzionari e dirigenti sono trascurati ma di gran lunga superiori a quelle dei decisori politici.
Credo nella necessità di un’anagrafe pubblica degli eletti, anche sugli aspetti patrimoniali: la politica è al servizio del bene comune e non un modo per arricchirsi. In campagna elettorale ho aderito alla campagna proposta da Libera, compreso l’impegno alla trasparenza sugli aspetti economico-patrimoniali, impegno che intendo fin da subito rispettare.

Come appare Casale vista da Roma?
Lavagno: Una realtà poco conosciuta e a rischio di marginalizzazione. La prolungata assenza di una rappresentanza del nostro territorio ha influito molto negativamente su questi aspetti.
Bargero: La mia casa, innanzitutto. Con ritmi e tempi diversi da quelli romani. Un territorio, poi, con contraddizioni e problemi che devono essere affrontati.

Cosa pensi di poter fare per la circoscrizione in cui sei stato eletto?
Bargero: Se andremo avanti, avanzerò proposte mirate su alcuni temi cruciali: primo, la vicenda Eternit (risarcimenti, bonifica, ripresa): se Casale non se ne libera, perde turisti e investimenti. Abbiamo già presentato una mozione perché i costi di traduzione della sentenza Eternit siano a carico dello Stato. Secondo, potenziare le linee di trasporto, attraverso incontri mirati con le FS. Quindi, serve attirare investimenti: se sarò nominata in Commissione Attività Produttive cercherò di selezionare i settori da incentivare.
Infine, il turismo. In collaborazione con la provincia di Asti e in vista dell’Expo 2015 penso sia centrale valorizzare il turismo in Monferrato; in tempi di forte concorrenza manifatturiera, il paesaggio è l’unico bene non delocalizzabile: puntiamo sull’eccellenza del territorio.
Lavagno: Anche la nostra zona è crocevia della crisi economica e dei suoi drammatici risvolti occupazionali. Occorre partire da lì. Serve un Governo cui affidare il compito di disegnare un piano industriale e per il lavoro, che manca da più di dieci anni. Non appena insediato l’esecutivo, presenterò una serie di atti parlamentari relativi alle situazioni di maggiore criticità dei nostri territori: Casale con la vicenda Eternit è un paradigma di come non ci può essere ricatto tra salute e lavoro, tra sviluppo e ambiente. Il mio impegno si rivolge non solo all’individuazione di risorse, ma anche alla necessità che queste possano essere effettivamente spese, stralciandole dal patto di stabilità dei Comuni. La ricerca deve essere intrapresa con decisione, con finanziamenti adeguati e mettendo in rete le competenze presenti. A breve, infine, presenterò un progetto di legge sulla questione bonifica di amianto, che deve riguardare anche la pubblica amministrazione.

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