Senz’auto tra le colline? Esperienze in Italia e all’estero
La mancanza di alternative allauto, fuori dalle grandi città, produce traffico e territori meno valorizzati. Ma alcune amministrazioni sperimentano nuove forme di mobilità sostenibile: a Chieri, a Pesaro, e in Francia.
La mancanza di alternative all?auto, fuori dalle grandi città, produce traffico e territori meno valorizzati. Ma alcune amministrazioni sperimentano nuove forme di mobilità sostenibile: a Chieri, a Pesaro, e in Francia.
SOCIETA’ – Il 50% degli spostamenti in città senza automobile: accade a Nantes, città nell’Ovest della Francia e “capitale europea dell’ambiente 2013”, grazie a un’ottima rete di trasporti pubblici e ad aree dedicate per ciclisti e pedoni.Muoversi liberamente senza dover usare l’automobile è il lusso del futuro. Ma è anche un dovere, visti gli attuali livelli di smog, di traffico e i costi molto alti dei carburanti. La mobilità sostenibile è però spesso appannaggio delle grandi città: metropolitane, trasporti pubblici, iniziative di car-sharing (auto a noleggio) e car-pooling (condivisione della stessa auto) e quant’altro sono favoriti dalla grande densità urbana. Invece, nei piccoli centri di provincia, in un territorio punteggiato magari di paesi a bassa densità di popolazione, l’uso dell’auto per gli spostamenti resta una sorta di schiavitù, perché non ha alternative. Così accade anche a Casale e nel Monferrato, dove difficilmente chi deve spostarsi tra i paesi e la città (o al suo interno) può affidarsi a mezzi alternativi: gli autobus sono sporadici e i treni quasi in via d’estinzione.
Esistono delle alternative? Realtà, in Italia o all’estero, con progetti di mobilità extraurbana e per piccoli centri,? La risposta è “n-i”. Si tratta per lo più di studi, di progetti turistici e di portali informativi.
A Chieri, venne proposto nel 2008 un Piano Territoriale Integrato dal titolo affascinante: “vivere il rurale, partecipare alla metropoli”. Commissionato dal Comune allo studio urbanistico Caire, il progetto mirava alla partecipazione ad un Bando Regionale e aveva l’ambizione di valorizzare l’area della Collina Torinese e insieme la vita produttiva e culturale della città di Chieri con interventi trasversali: mobilità pubblica, aree produttive ecologiche, logistica e agroalimentare. Il Piano è rimasto, però, a livello di studio. Anche se sono stati attivati, ad esempio, due punti per il noleggio dell’auto – il sopra citato car-sharing.
L’Itinérance douce (mobilità dolce), in particolare, vuole proporre “un nuovo modo di scoprire le ricchezze patrimoniali e naturali di un territorio e di consumarne le produzioni, grazie a mezzi di spostamento sostenibili”. L’Itinérance douce – si legge sul sito – si basa “su una rete di percorsi ciclabili, equestri, a piedi, e fluviali, spalmati su tutto il territorio, che colleghi varie zone di interesse tra di loro, e anche con le città vicine e le stazioni turistiche del litorale”. Una tripletta – mobilità, turismo, sviluppo – che la regione francese vuole sviluppare anche collaborando con regioni straniere, italiane in prima fila.

Non solo, è presente un servizio di bus “a chiamata” che si attiva con un numero minimo di persone, in particolare in occasione di eventi. Per chi si deve recare a lavoro, infine, c’è un servizio per il trasporto dei dipendenti, realizzato in collaborazione con alcune aziende; così, dice il direttore generale di Adriabus, Massimo Benedetti, “si usano meno auto, si riduce il traffico, e aumentano i contatti tra le persone. Risparmiando anche sulla benzina!”.
Una ricetta definitiva non c’è. Ma l’iniziativa di singole amministrazioni può fare la differenza, in tempi di risorse scarse e di urgente sostenibilità.