Trasporto pubblico locale in lotta per sopravvivere
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Trasporto pubblico locale in lotta per sopravvivere

Molto complicato il quadro per il trasporto pubblico locale venuto fuori durante un'incontro tra rappresentanze sindacali e lavoratori delle aziende del consorzio Scat. A rischio non solo i posti di lavoro ma la sopravvivenza di diverse aziende piemontesi

Molto complicato il quadro per il trasporto pubblico locale venuto fuori durante un'incontro tra rappresentanze sindacali e lavoratori delle aziende del consorzio Scat. A rischio non solo i posti di lavoro ma la sopravvivenza di diverse aziende piemontesi

PROVINCIA – Situazione sempre più tesa per i lavoratori del trasporto pubblico locale. I tagli al settore da Roma e dalla Regione fanno intravedere un futuro a tinte fosche neanche troppo lontano. Riduzione del servizio, tagli al personale, rischio sopravvivenza delle aziende stesse e di tutto il comparto piemontese, queste le prospettive delineate ieri sera, mercoledi 10 aprile, nel corso di un’assemblea sindacale nella sede della Cgil Alessandria con i lavoratori del consorzio Scat.
“A rischio non è solo il trasporto ma lo sono anche diversi posti di lavoro – ha spiegato Giuseppe Santomauro della Filt Cgil – Con la legge di stabilità del Governo Monti è stato ristabilito il fondo nazionale dei trasporti che era stato abolito vent’anni prima perché non ritenuto proficuo. Sono stati previsti in totale 5 miliardi di euro da destinare al trasporto su ferro e gomma. Quando sono state divise le percentuali che spettavano a ciascuna Regione, Cota non ha fatto grande resistenza e il Piemonte ha perso il 4% del denaro a disposizione per effettuare il servizio. La quota così a disposizione è di 485 milioni di euro, mentre i servizi vigenti costano 605 milioni. A colmare questa differenza il Governo ha previsto il fondo perequativo ma l’amministrazione regionale non lo sta utilizzando per il trasporto pubblico locale. Ha deciso invece di usare fondi Fas, che servono per lo sviluppo economico. Ma questi vanno solamente a coprire i debiti che la Regione ha con le aziende di trasporti, come Trenitalia ha cui ha corrisposto solo le prime tre mensilità del 2012. C’è da interrogarsi – ha concluso Santomauro – su quale politica si vuole adottare. Se si vuole smantellare il servizio ci si sta riuscendo. Per questo il 18 aprile andremo a Torino a manifestare insieme alla Sanità contro il tipo di amministrazione adottato dalla Regione”.

Comprensibilmente acceso l’animo di diversi lavoratori presenti. Cortei e ragionamenti attraverso trattative sembrano non accontentare più di fronte a un’incertezza estrema come quella che si sta prospettando per il trasporto pubblico locale. Molti le voci che si levano: “Non siamo qui a difendere dei privilegi ma il nostro posto di lavoro”. “Non vogliamo forme di protesta ideologica ma qualcuno che metta i puntini sulle ì a chi non fa le cose in modo legale. Ancor prima di mettere le toppe ai buchi bisognerebbe pensare a questo”. C’è chi arriva anche a proporre atti illegali come portare i pullman sotto la Prefettura e bloccare il traffico per trovare una via d’uscita da una situazione che con i normali metodi sembra non trovare soluzione. “I lavoratori si sono rotti di aspettare – il commento da parte di un dipendente – Qui cerchiamo di fare una battaglia con la Regione che si è intascata dei soldi che servivano per il trasporto pubblico locale. Nella legalità però nessuno ci concede incontri”.

Ancora più amara la chiusura affidata ad Antonio Corradi, segretario generale della Filt Cgil Piemonte. “Qui non importa capire di chi è la responsabilità – ha detto – Qui importa capire che adesso l’unico posto in cui possiamo avere i fondi per tamponare la situazione è Torino. Abbiamo fatto la battaglia con le Regioni perché dessero il fondo perequativo per il trasporto pubblico locale ma non ne hanno voluto sapere perché denunciavano il taglio di trasferimenti da Roma nei loro confronti. Il punto è che non c’è nessuna legge che obbliga ad usare quel fondo peri trasporti. Quindi possiamo ottenerlo solo con la lotta. I fondi Fas dovrebbero essere spesi per l’innovazione, lo sviluppo, la gestione ambientale, l’innovazione. Solo la Campania, la Sicilia e il Piemonte li usano invece per tappare i buchi. La situazione è molto complicata. Devono uscire i soldi ore se no è un casino. Se non riusciamo in qualche modo a invertire la situazione crolla un sistema. Il quadro è allarmante. Adesso dobbiamo lottare per la sopravvivenza, poi faremo i discorsi che vanno fatti: riorganizzazione industriale del settore, rivedere la legge regionale sul trasporto, ridisegnare i bacini di traffico con dimensioni più grandi e non serviti da consorzi che sono solo accorpamenti delle aziende che operavano già prima sul territorio. Però ora dobbiamo concentrarci sullo sciopero del 18 aprile per garantire una sopravvivenza. Dal 19 penseremo alle proposte”.

Intanto in Senato è stata presentata un’interrogazione proprio per dare un po’ di respiro al trasporto pubblico locale. “Il progressivo “dissesto” del trasporto pubblico locale sta aggiungendo ulteriori elementi di crisi al sistema economico, sociale e ambientale del nostro Paese: nella forma di un aumento dei costi per le famiglie; delle ricadute negative sulle aziende che operano nel campo del trasporto locale e sui loro dipendenti; della crescita dei fattori negativi legati all’inquinamento e all’incidentalità stradale – spiega Daniele Borioli senatore del Pd – Il taglio delle risorse da parte del Governo e il loro irrigidimento nel Fondo nazionale trasporti, rende ancora più farraginoso il sistema, ritardando il trasferimento dei soldi dallo Stato alle Regioni e agli Enti Locali, causando alle imprese e ai loro lavoratori danni gravissimi e, soprattutto, penalizzando ogni giorno milioni di pendolari in tutta Italia. Da qui l’esigenza di un radicale cambio di rotta: che ponga al centro la necessità di rilanciare il trasporto collettivo e gli investimenti di cui esso necessita, tanto per dare efficace risposta al diritto alla mobilità delle persone, quanto per rispondere alle esigenze di tutela dell’ambiente e della salute. Questo è il senso dell’interrogazione presentata da diversi Senatori del Gruppo del Partito Democratico, che chiede al Governo di ripristinare rapidamente le condizioni minime accettabili per un servizio fondamentale e indispensabile a milioni di cittadini”.

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