Mille oggetti e quarant’anni
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Stefano Musso - redazione@alessandrianews.it  
14 Luglio 2013
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Mille oggetti e quarant’anni

Nato nel 1973, il Mercatino dell’Antiquariato di Casale Monferrato è ancora tra i primi del Nord Italia. Un evento da scoprire, insieme al curatore della manifestazione, Beppe Balbi

Nato nel 1973, il Mercatino dell?Antiquariato di Casale Monferrato è ancora tra i primi del Nord Italia. Un evento da scoprire, insieme al curatore della manifestazione, Beppe Balbi

CASALE MONFERRATO – Tra le cose per cui è famosa Casale, una è certo il Mercatino. Non il grande mercato del martedì e del venerdì, o il più recente Paniere, che mensilmente ospita Piazza del Cavallo. Nemmeno i banchi e i banchetti che colorano le vie del centro in occasione di varie manifestazioni turistiche. Il secondo weekend di ogni mese ad occupare la scena è lui: il Mercatino dell’Antiquariato.

E’ nato nel 1973 e quest’anno compie quarant’anni: l’idea venne a un gruppo di commercianti privati e fu tra i primi in Italia, secondo solo a quello di Arezzo. Da Piazza Mazzini, poi, si spostò nell’attuale sede del Mercato Pavia, in concomitanza con il passaggio dell’organizzazione al Comune, tramite l’Ente Manifestazione (oggi “Monferrato Eventi”, in liquidazione). “Prendiamo contatti con i singoli commercianti sulle diverse piazze italiane – spiega Balbi Beppe, che di Monferrato Eventi è appunto il responsabile – e offriamo loro tavoli, pulizia, organizzazione. Oltre naturalmente alla pubblicità, anche sui giornali di settore”.

Un po’ di numeri: “abbiamo 317 posti a disposizione, di cui 95 per gli hobbisti [collezionisti amatoriali]; e molti degli stand sono al coperto”. Forse non sarà la Babele di Porta Palazzo a Torino, ma sui banchi degli espositori si trova davvero di tutto: dal cavatappi a un euro proprio del mercato delle pulci, al più ricco pezzo d’antiquariato interessante per i mercanti d’arte. “Ed è questa varietà ad attirare tante persone”, dice Balbi.

“Senza dimenticare il nuovo mercato ‘a chilometro zero’, che costituisce motivo di orgoglio”, aggiunge. L’ente organizzatore, in effetti, pur essendo “in liquidazione” è tutt’altro che inoperoso. Molte sono infatti le manifestazioni collaterali di cui si è fatto promotore negli ultimi tempi: il suddetto “Farmer Market” con prodotti agricoli locali; il mercatino della LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) che raccoglie fondi tramite i prodotti d’antiquariato esposti presso l’ex cappella militare nel Castello Paleologo. E ancora: una mostra mercato dedicata ai prodotti floro-vivaistici è attesa a Settembre, mentre in Ottobre verrà organizzata per la prima volta una Scuola del Fumetto, in collaborazione con l’accademia di Asti, l’istituto Leardi e l’editore Bonelli, già partner della Fiera di San Giuseppe. “Mai come in questo momento possiamo contare su una squadra giovane e motivata – precisa Beppe Balbi – e stiamo lavorando bene”.

Non è tutto rose e fiori, però. Pur essendo uno dei mercati di settore più vecchi, si sente anche qui il calo generale delle possibilità di spesa. E Magnani Roberto, un espositore, lamenta: “se negli anni ’80 quello di Casale era uno dei tre o quattro mercati d’antiquariato esistenti, oggi è uno su tre o quattro-cento! E la presenza di troppi hobbisti toglie spazio a chi ha la licenza e precisi doveri fiscali”. Il signor Magnani, che si occupa di libri antichi e usati, non condivide la sovrapposizione del mercato d’antiquariato con altre iniziative, che “creano solo confusione”, e cita a modello l’analogo mercato di Borgo d’Ale (presso Torino): “l’intero paese si adopera per agevolare i commercianti e i visitatori; invece a Casale l’evento è poco valorizzato”.

Ciononostante, l’appuntamento monferrino resta molto noto in tutto il Piemonte. Marco Almirante, presente al mercatino dal 1989, sottolinea: “come qualità è ancora il migliore, anche grazie alla posizione centrale di Casale, ai molti spazi al coperto e alla varietà di prodotti disponibili”. E ribadisce l’organizzatore Balbi: “la scelta di qualità che abbiamo fatto, sta valorizzando il nostro mercato, pur nella difficile situazione economica”.
Ma in momenti di crisi, quali vantaggi offre l’attività di ambulante rispetto al negozio fisso? “Certamente la visibilità – dice Almirante – e l’ampio pubblico che visita il mercato. Per contro, risente ovviamente di minore stabilità della clientela”, che presso il negozio tradizionale trova un riferimento più costante.

Ente promotore e Sede sono due aspetti che potrebbero variare in futuro. Cominciamo dal primo: essendo un ente in liquidazione, è probabile l’accorpamento di Monferrato Eventi con l’Assessorato alla Cultura o con l’agenzia turistica Mondo. Marco Almirante avanza una proposta: “Sarebbe utile costituire anche qui un’associazione dei commercianti per la gestione del mercatino; questo faciliterebbe molti aspetti fiscali, assicurativi e organizzativi”, come il rinnovo della licenza. Veniamo alla sede: il quadrilatero del Mercato Pavia, donato al Comune un secolo fa, è grande, un po’ datato e, per i suoi decori liberty, certamente vintage. Come il suo mercato. Il suo destino è legato ai lavori di rifacimento di Piazza Castello, da anni al centro di proposte da parte dell’amministrazione comunale: verrà realizzata una copertura della struttura, “che aspettiamo da trent’anni” – dice Balbi? O il mercatino “dovrebbe essere fatto al Palafiere, almeno da ottobre a maggio”, come chiede Almirante? O, ancora, tutto resterà come prima?

Le statuette in ceramica e i dischi in vinile, certo, non patiranno. Ma il numero e la qualità dei visitatori, c’è da scommettere, dipendono dall’equilibrio nella scelta tra tradizione e rinnovamento.

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