Il Tempo è cambiato
Lestate appena conclusa ha portato in Piemonte eventi metereologici prima sconosciuti nelle nostre zone: Cosa dobbiamo aspettarci? Che si puó fare? Il territorio, anche a livello locale, deve interrogarsi, mentre a Stoccolma gli scienziati di tutto il mondo presentano i risultati dellultimo studio sui cambiamenti climatici.
L?estate appena conclusa ha portato in Piemonte eventi metereologici prima sconosciuti nelle nostre zone: Cosa dobbiamo aspettarci? Che si puó fare? Il territorio, anche a livello locale, deve interrogarsi, mentre a Stoccolma gli scienziati di tutto il mondo presentano i risultati dell?ultimo studio sui cambiamenti climatici.
Ma i segnali c’erano tutti: nel 1972 il Club di Roma emise il rapporto “I limiti dello sviluppo”, in cui l’uso di combustibili fossili presupponeva giá un alterazione dell’ecosistema terrestre. Nel 1988 l’ONU fonda l’IPCC, autoritá internazionale per lo studio sui cambiamenti climatici. Il protocollo di Kyoto ha data 1997: la riduzione di emissioni climalteranti da esso prescritta per il 2012 é andata largamente disattesa. Del 2001 è il rapporto dello stesso IPCC che indicava in modo chiaro un aumento di temperatura tra 1,5 e 6º C, lo sciogliemento dei ghiacci polari e l’aumento di ondate di caldo e di alluvioni.
Seguirono anni bui, in cui governi repubblicani in America e di centro destra in Italia minimizzarono o negarono il ruolo delle attivitá umane sul clima, servendo forse gli interessi dei gruppi petroliferi e industriali. Il calo dell’attenzione favorito dalla crisi economica delle potenze occidentali ha fatto il resto.
Cosí, mentre alcuni temporeggiavano, il tempo passava e altri Paesi si dotavano di strumenti di previsione e di adattamento al cambiamento climatico: ne é un esempio il piano presente sulla prima pagina del sito del ministero per l’ambiente francese.
I tetti scoperchiati sulle cascine del Monferrato quest’estate non sono quindi un evento imprevisto.
Come si spiegano? Risponde Paolo Trivero, professore di Fisica per l’Ambiente presso l’Universitá del Piemonte Orientale: “I cambiamenti del clima sono legati come ormai noto all’aumento dell’effetto serra” (il fenomeno naturale grazie al quale l’atmosfera trattiene sulla Terra il calore necessario alla vita): ogni anno le attivitá umane rilasciano in atmosfera circa 25 miliardi di tonnellate di anidride carbonica; nel 1999 la quantitá di CO2 era giá del 32% superiore al 1751, quando è cominciata la rivoluzione industriale.
Risultato? Ondate di caldo, inframezzate da brusche nevicate o devastanti nubifragi non devono trarre in inganno: ad essere aumentata, con la temperatura media globale, è la quantitá di energia presente in atmosfera, col risultato di un’estremizzazione del clima: i fenomeni metereologici, cioè, diventano piú violenti. “Il cambiamento è giá in parte avvenuto”, sottolinea il prof. Trivero, tanto che oggi non si parla piú della possibilitá che questo avvenga, ma della necessitá di contenere l’aumento della temperatura media entro i 2 gradi centigradi.
Per la nostra zona, c’è da aspettarsi quanto segue: l’acqua del Mediterraneo sará piú calda, ma anche piú “alta” per lo sciogliementi dei ghiacci; l’Italia diventerá piú arida al Sud e piú alluvionale al Nord, mentre le ondate di caldo non faranno distinzioni “padane”. Inoltre, le piogge brevi e molto intense aumenteranno un fenomeno conosciuto, quanto trascurato, del nostro Paese: l’erosione del suolo, e quindi il dissesto idrogeologico.
Cosa si può fare? “Prevenzione e adattamento – commenta Trivero. – Da un lato occorre ridurre le emissioni di quei gas (anidride carbonica, metano, ecc.) che aumentano il trattenimento del calore solare sulla Terra, passando dall’uso dei combustibili fossili alle fonti di energia rinnovabili e adottando comportamenti piú virtuosi. Dall’altro lato, però, bisogna attrezzarsi per condizioni climatiche piú estreme”. La gestione dell’acqua, la tutela del suolo, la riqualificazione degli edifici, sono tutti capitoli che un’agenda politica responsabile non deve piú dimenticare.
Ora, proprio questa settimana, il gruppo dell’IPCC presenta a Stoccolma i risultati dei suoi studi, con un’unica certezza: le attivitá umane sono la causa dei cambiamenti climatici. Ma molto spesso alle evidenze scientifiche non sono seguiti i fatti, cioè le decisioni dei governi.
Di esempi positivi, peró, ce ne sono, avverte il professore, e anche a casa nostra: é il caso di un agriturismo appena inaugurato a pochi chilometri da Casale, con tutti i sistemi disponibili a livello di risparmio energetico – tetti fotovoltaici, pompe di calore, geotermico, accumultarori di energia.
Il cambio di clima é una realtá, ma non siamo impreparati: figli del 2000, rimboccatevi le mani.