Unificazione Aso e Asl, “scelta non più rinviabile”
Con un atto di indirizzo alla Regione dei capigruppo di maggioranza e del consigliere Mighetti prende il via il dibattito per l'accorpamento di Asl e Aso. "E' una scelta non più rinviabile". Obiettivo: arrivare all'unificazione entro aprile 2018. Baraldi, direttore Aso: "la programmazione spetta alla Regione, a noi l'attuazione degli indirizzi"
Con un atto di indirizzo alla Regione dei capigruppo di maggioranza e del consigliere Mighetti prende il via il dibattito per l'accorpamento di Asl e Aso. "E' una scelta non più rinviabile". Obiettivo: arrivare all'unificazione entro aprile 2018. Baraldi, direttore Aso: "la programmazione spetta alla Regione, a noi l'attuazione degli indirizzi"
E’ improcastinabile, secondo i capigruppo di maggioranza in Regione, insieme a Paolo Mighetti del Movimento 5 Stelle, l’accorpamento dell’azienda sanitaria locale alessandrina e l’azienda ospedaliera del capoluogo, che hanno presentato n Consiglio regionale un atto di indirizzo in cui si chiede alla Giunta di “accelerare i tempi e presentare una proposta di deliberazione che vada in questa direzione”.
“Oggi inizia un percorso che non deve avere un colore politico, ma deve guardare in prospettiva ai prossimi venti anni”, dicono Domenico Ravetti e Walter Ottria che ieri hanno annunciato la presentazione dell’atto di indirizzo.
“I tentativi compiuti negli anni per mettere in rete tutti i presidi sanitari alessandrini con l’obiettivo di razionalizzare, qualificare e potenziare l’offerta non hanno prodotto risultati soddisfacenti”, spiega Ravetti. Non per “responsabilità imputabili alle dirigenze delle aziende sanitarie”, specifica, ma alla peculiarità del territorio, diviso in sette centri zona.
“La futura azienda unica dovrà garantire l’integrazione in rete di tutti i presidi ospedalieri – precisa il capogruppo Mdp Ottria – e tra ospedali e territorio per una presa in carico omogenea dei pazienti per le post-acuzie. Inoltre, la fusione dovrà favorire un’offerta di assistenza territoriale integrata con l’assistenza socio-assistenziale. Infine, grazie ad una maggiore efficienza gestionale, dovrebbe liberare risorse da investire nel potenziamento dei servizi”.
Non la somma matematica dei due budget (“la futura azienda unica non può che avere a disposizione la somma delle risorse a fondo sanitario regionale assegnato alle attuali aziende”, si legge nella mozione) ma una maggiore integrazione dei servizi, “guardando agli indirizzi della sanità in campo internazionale”. Nell’idea di Ottria a Ravetti c’è “prevenzione, diagnostica e continuità assistenziale” all’altezza di un bacino di 440 mila abitanti, dove l’incidenza degli over 60 è una delle più alte d’Italia.
Sembrava impossibile, all’epoca, anche l’accorpamento tra le diverse Asl, divenute poi azienda unica per tutti ma dove è rimasta l’Aso di Alessandria città. “Inizia un percorso. Chiediamo ai partiti di stare sul merito, senza divisioni in una scelta che ormai non è più rinviabile”.
Nel discorso si inserisce anche il nuovo ospedale, centro di riferimento per la Provincia. “Tra gli obiettivi della Regione c’è l’inserimento negli obiettivi Ires per il triennio 2017 – 2019 dello studio di una nuova struttura di riferimento per tutta la popolazione”, assicura Ravetti.
Sulle responsabilità (o non responsabilità) delle direzioni sanitarie, il direttore Aso Giovanna Baraldi precisa: “Le regole di programmazione e di funzionamento del Servizio Sanitario Regionale sono una responsabilità della politica, così come la revisione dell’assetto istituzionale, di cui la unificazione rappresenta un “modello”. I Direttori generali delle Aziende hanno il mandato di attuare al meglio gli indirizzi regionali, al servizio dei cittadini. In virtù dei risultati conseguiti in questi due anni e mezzo (incremento di servizi per i cittadini per un valore pari a dieci milioni di euro, miglioramento di qualità e appropriatezza, pareggio di bilancio e conti “a posto”) l’Azienda Ospedaliera di Alessandria in questo momento è pronta per qualsiasi cambiamento la Regione decida di fare”.