L’Asti Secco parla anche alessandrino
Passa anche dall'alessandrino la nuova strada dell'Asti Secco Docg, pronto a conquistare il mercato del prosecco. Il Consorzio della Tutela dell'Asti si è infatti presentato ufficialmente ieri, nella sala del consiglio provinciale a palazzo Ghilini. L'idea è quella di stringere una sorta di patto d'orgoglio per il territorio alessandrino ed astigiano
Passa anche dall'alessandrino la nuova strada dell'Asti Secco Docg, pronto a conquistare il mercato del prosecco. Il Consorzio della Tutela dell'Asti si è infatti presentato ufficialmente ieri, nella sala del consiglio provinciale a palazzo Ghilini. L'idea è quella di stringere una sorta di patto d'orgoglio per il territorio alessandrino ed astigiano
Una parte consistente dell’Asti viene infatti prodotto o lavorato in provincia di Alessandria: circa 2.500 ettari, su un totale di 9.300. In termini di bottiglie, 22 milioni, su 87, sono made in Alessandria. Alessandriano, casalese per la precisione, è anche l’inventore del metodo di vinificazione adottato in tutto il mondo, il “metodo Martinotti”, dal nome di Federico Martinotti.
L’Asti Secco si è affacciato sul mercato nel novembre 2017, dopo l’avvio di un progetto di ricerca avviato due anni prima. L’Asti, quindi, non è più solo moscato dolce, ma è ora disponibile anche nella sua versione “Secca”. Una vera sorpresa per il palato la sua spuma fine e persistente e gli aromi floreali. Le “bollicine”, particolarmente apprezzate da un pubblico giovane, sono ottime dall’aperitivo ai primi piatti. E potrebbero essere ottime anche come motivo d’orgoglio territoriale e di promozione dei luoghi dove vengono prodotti. Questo è l’obiettivo del Consorzio che sta lanciando una campagna di riposizionamento sul mercato.
Per produttori e distributori, “deve essere una grande occasione per dare dignità al territorio”, dicono all’unisono Confagricoltura, Cia e Coldiretti, che rappresentano i produttori.
Dall’incontro di ieri sono anche nate le basi per una collaborazione tra il Consorzio e le Pro Loco piemontesi. Era infatti presente Eleonora Norbiato, in rappresentanza di oltre mille pro loco. “C’è già un accordo con la Regione per promuovere nelle nostre sagre i prodotti tipici – ha detto Norbiato – perchè non anche il vino spumante?” L’invito è stato raccolto dal vicepresidente del Consorzio Stefano Ricagno.