Esselunga: ipotesi di accordo per il lavoro domenicale. “Solidarietà tra lavoratori”
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Esselunga: ipotesi di accordo per il lavoro domenicale. “Solidarietà tra lavoratori”

E' stata siglata a livello nazionale una ipotesi di accordo per normare il lavoro “di domenica” dei dipendenti Esselunga. L'importanza di questo accordo, secondo i sindacati (Filcams, Fisascat e Uiltucs), sta proprio nel “principio di solidarietà” tra i lavoratori che hanno contratti e posizioni differenti all'interno dell'azienda. In questi giorni si terranno le assemblee nelle sedi provinciali Esselunga per ratificare l'accordo

E' stata siglata a livello nazionale una ipotesi di accordo per normare il lavoro ?di domenica? dei dipendenti Esselunga. L'importanza di questo accordo, secondo i sindacati (Filcams, Fisascat e Uiltucs), sta proprio nel ?principio di solidarietà? tra i lavoratori che hanno contratti e posizioni differenti all'interno dell'azienda. In questi giorni si terranno le assemblee nelle sedi provinciali Esselunga per ratificare l'accordo

 ALESSANDRIA – Alla base resta sempre aperta la battaglia sindacale contro la liberalizzazione degli orari, ovvero “l’apertura selvaggia” degli esercizi commerciali. Ma con qualche piccolo “passo avanti” e spiraglio nella tutela dei lavoratori. Come dimostrato dalla ipotesi di accordo siglata tra sindacati (Filcams, Fisascat e Uiltucs) e Esselunga per arrivare a normare il lavoro domenicale. Soprattutto grazie alla “solidarietà” tra lavoratori, proteggendo i diritti di tutti, anche delle “nuove generazioni” come le ha definite Maura settimo della UilTucs, ovvero quelle categorie di lavoratori con contratti “domenicali”, di poche ore la settimana con un reddito estremamente basso.

“La totale liberalizzazione degli orari commerciali ha creato enormi problemi alle lavoratrici e ai lavoratori della grande distribuzione. La maggioranza delle imprese del settore, infatti, si sono organizzate per garantire il servizio nelle giornate di domenica cercando di comprimere il costo del lavoro, spesso adottando scelte organizzative unilaterali, creando una popolazione di lavoratori cosiddetti “domenicali”. Filcams, Fisascat e Uiltucs continuano a chiedere una modifica sostanziale del decreto “SalvaItalia”, rispetto all’apertura selvaggia degli esercizi commerciali, i cui effetti negativi sul piano sociale ed economico, sono sotto gli occhi di tutti. Esselunga, ha colto, come le altre aziende associate a Federdistribuzione, le opportunità offerte da una legislazione favorevole, arrivando negli ultimi due anni ad aprire tutte le domeniche 149 dei 155 negozi della sua rete di vendita.

Filcams, Fisascat e Uiltucs l’hanno fin dall’inizio sfidata a percorrere la via del confronto, e ciò per evitare che l’impresa, da sola e arbitrariamente, gestisse la delicata partita del lavoro domenicale.
Il 22 gennaio 2016 è stato siglato un primo accordo che con importanti modifiche è stato prorogato il 14 giugno 2017: queste intese prevedevano la sperimentazione di un modello organizzativo condiviso basato sui principi della volontarietà, della equa ripartizione dei carichi di lavoro e della partecipazione attiva dei dipendenti alla determinazione dei presidi necessari e hanno stimolato la sigla di ulteriori 139 accordi applicativi di negozio. Solo pochi giorni fa, Il 10 maggio, è stata definita un’ulteriore intesa che, oltre a sancire la fine formale della fase sperimentale, ha introdotto nuove importanti modifiche destinate a migliorare, in via prioritaria, le condizioni di lavoro della platea dei lavoratori “domenicali”.

Il principale obiettivo è stato quello di “remunerare” il sacrificio dei lavoratori (con maggiori costi per l’azienda) arrivando a quello che è stato definito dai sindacati una sorta di “patto generazionale”, in cui i nuovi assunti (i cosiddetti “domenicali”) possano essere sgravati di alcune domeniche grazie alla “solidarietà” di quei dipendenti che non avevano l’obbligatorietà del lavoro domenicale, ma che si metterebbero a disposizione per coprirne alcune l’anno. Ai full time verranno infatti garantite cinque domeniche libere l’anno mentre per i part time verticali le domeniche libere saranno tre.
Molto soddisfacente il risultato ottenuto sul piano economico: dalla 24esima domenica alla 36esima la maggiorazione per il lavoro domenicale sarà, per questi lavoratori, del 35%, mentre dalla 37esima in poi del 40%. “Questa operazione ha un costo annuo per l’azienda di quasi un milione di euro, destinato ovviamente ad aumentare nel tempo. Stiamo parlando di un quarto della popolazione aziendale, che è stata assunta da Esselunga (ma anche il resto della grande distribuzione si comporta in modo analogo) con la giornata di domenica come giornata normale di lavoro, e non di riposo; nei prossimi anni questi lavoratori saranno destinati ad aumentare in maniera esponenziale e rivendicheranno sempre più tutele e rappresentanza”. E’ stato anche concordato che ai lavoratori full time senza l’obbligo della prestazione lavorativa in domenica, a fronte di 12 o 13 volontarietà espresse (a seconda che prestino servizio nei reparti DRO/GEM o a quelli della vendita assistita) verrà garantito un week end libero dal lavoro.

“Una struttura complessiva dell’accordo che sarà comunque oggetto di verifica a livello nazionale fra diciotto mesi”. Mentre in questi giorni i sindacati si riuniranno in assemblea con i lavoratori nelle diverse sedi della provincia (Esselunga di Alessandria, Casale, Valenza e Tortona) per “ratificare” questa ipotesi di accordo.

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