Alberto Maffiotti spiega come fotografare la luce del Monferrato
Per i Martedì della Biblioteca Disit il 17 luglio il fotografo naturalista guiderà i presenti alla scoperta della luce naturale. Immergersi nel Monferrato vuol dire riscoprire la luce ed il suo modificarsi, ora lento, ora rapido, nel giorno e nelle stagioni
Per i Martedì della Biblioteca Disit il 17 luglio il fotografo naturalista guiderà i presenti alla scoperta della luce naturale. Immergersi nel Monferrato vuol dire riscoprire la luce ed il suo modificarsi, ora lento, ora rapido, nel giorno e nelle stagioni
ALESSANDRIA – Per l’ultimo appuntamento della stagione dei Martedì della Biblioteca Disit sarà ospite Alberto Maffiotti, biologo, presidente del Club per l’Unesco di Vignale Monferrato, fotografo naturalista del club omonimo.L’appuntamento è martedì 17 luglio alle 17.30 nella Biblioteca Disit in viale Michel 11.
Maffiotti guiderà i presenti alla scoperta della luce naturale. Nel quotidiano l’illuminazione artificiale ha trasformato il modo in cui l’occhio vede e si rapporta con lo spazio che lo circonda privandoci della possibilità di percepire la complessa mutevolezza del reale e le sottili sfumature di colore, conferendo ad ogni nostro sguardo un’atmosfera piatta, monotona, glaciale. Con le altre cinque zone riconosciute nelle Langhe e Roero, il Monferrato costituisce il 50° sito italiano Unesco, uno scrigno di ricchezze per il patrimonio naturale, artistico e culturale del Piemonte. Immergersi nel Monferrato vuol dire riscoprire la luce ed il suo modificarsi, ora lento, ora rapido, nel giorno e nelle stagioni: radiose albe su fondo azzurro in inverno, la nebbia nel fondo valle in primavera, i colori dei fiori in estate, le vigne durante la vendemmia, tramonti infuocati dove la luce evapora all’apparire delle prime stelle in autunno. La luce “disegna” profili tra i filari di vite, nei boschi e sulle sommità delle colline dove paesi e villaggi con arditi campanili e castelli svettano nel cielo solcato da rapide nuvole. La luce che si insinua fin nelle profondità delle cavità sotterranee dove si conserva il vino alla luce flebile di candele.