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    Arquata,
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    Elio Defrani - e.defrani@ilnovese.info  
    9 Aprile 2019
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    Arquata, l’ex Cementir passa ancora di mano: Italcementi vende

    Un anno e mezzo fa era entrato a far parte della galassia Heidelberg-Italcementi, ora lo stabilimento ex Cementir di Arquata Scrivia passa nuovamente di mano: ad acquisirlo sarà la Buzzi Unicem

    Un anno e mezzo fa era entrato a far parte della galassia Heidelberg-Italcementi, ora lo stabilimento ex Cementir di Arquata Scrivia passa nuovamente di mano: ad acquisirlo sarà la Buzzi Unicem

    ARQUATA SCRIVIA – Un anno e mezzo fa era entrato a far parte della galassia Heidelberg, ora lo stabilimento Cementir di Arquata Scrivia passa nuovamente di mano. Buzzi Unicem, società con sede a Casale Monferrato e dieci fabbriche in Italia, ha annunciato di aver sottoscritto «un accordo obbligatorio» per l’acquisto del centro di macinazione di Arquata, oltre a una cementeria a Greve in Chianti (Siena) e a un altro centro di macinazione a Borgo San Dalmazzo (Cuneo). L’intesa diventerà operativa entro la fine di luglio.

    Il gruppo Heidelberg Cement è un colosso con un giro d’affari di 15 miliardi di euro. La società Cementir era stata acquisita da Italcementi (che a sua volta fa parte del gruppo Heidelberg) alla fine del 2017. Una situazione che aveva allarmato sindacati e lavoratori visto che Italcementi possiede un altro centro di macinazione a Novi Ligure, in strada Castelgazzo. La vendita dello stabilimento di Arquata a Buzzi Unicem in un certo senso risolve il problema. La società di Casale pare molto interessata alle tre fabbriche in corso di acquisizione: «L’operazione rientra nel piano volto a rafforzare la posizione di mercato nazionale, nel quadro del processo di razionalizzazione e consolidamento della struttura produttiva».

    L’accordo tra Italcementi e Cementir di fine 2017 era finito anche sotto la lente di ingrandimento dell’Antitrust. Il cemento deriva dalla frantumazione di materie prime (calcare e marna ad esempio) e dalla loro cottura, dalla quale si ottiene un semilavorato denominato clinker. Il clinker viene poi macinato per ottenere il cemento nelle sue varie tipologie. Mentre la cottura del clinker può avvenire soltanto negli impianti “a ciclo completo”, la produzione del cemento può avere luogo anche nei “centri di macinazione”. I costi di trasporto hanno un’alta incidenza sul prezzo finale del cemento, che raramente viene trasportato via terra per più di 250 chilometri. La zona geografica che un impianto riesce a coprire è detto catchment area. Secondo l’analisi dell’Antitrust, nella catchment area dello stabilimento di Arquata Scrivia Italcementi deteneva il 25-30 per cento delle quote di mercato, Cementir il 10-15 per cento e la società Buzzi il 20-25 per cento. Così ora Buzzi potrebbe salire al 30-40 per cento delle quote di mercato.

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