Scuola: sciopero “sospeso”. Intesa col Ministero “ora ci aspettiamo i fatti”
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Scuola: sciopero “sospeso”. Intesa col Ministero “ora ci aspettiamo i fatti”

Lo sciopero nazionale del comparto scuola del 17 maggio è stato "sospeso" dopo l'intesa raggiunta con il premier Conte e il ministro Bussetti a "trovare soluzioni idonee" con l'apertura di tavoli con le parti sindacali e tutti i soggetti coinvolti sulle principali preoccupazioni del mondo della scuola: stabilizzazione precari, contratto, personale Ata e regionalizzazione. Assemblee nel territorio della provincia da martedì 7 fino al 14 maggio

Lo sciopero nazionale del comparto scuola del 17 maggio è stato "sospeso" dopo l'intesa raggiunta con il premier Conte e il ministro Bussetti a "trovare soluzioni idonee" con l'apertura di tavoli con le parti sindacali e tutti i soggetti coinvolti sulle principali preoccupazioni del mondo della scuola: stabilizzazione precari, contratto, personale Ata e regionalizzazione. Assemblee nel territorio della provincia da martedì 7 fino al 14 maggio

 LAVORO – “Nessuna revoca. Lo sciopero del 17 maggio del comparto scuola a livello nazionale è solo sospeso. Si prenderà una decisione definitiva dopo le prime verifiche della prossima settimana”. Chiari e decisi i sindacati (Cgil, Cisl Uil Snals e Gilda) dopo l’intesa di qualche giorno fa con il premier Conte e il ministro dell’Istruzione Bussetti. Un’apertura a “trovare soluzioni idonee” a quelle che da tempo erano le richieste delle organizzazioni sindacali sul mondo della scuola. Quattro i principali argomenti che sono i caposaldi della piattaforma rivendicativa che diventeranno già a partire da lunedì 6 maggio materia di quattro tavoli di trattativa. “Ora ci aspettiamo che dalle parole si passi a fatti concreti” ha commentato Serena Morando della Flc Cgil.

Tra le prime questioni da affrontare c’è quella del precariato: particolare attenzione alla stabilizzazione del personale precario con la previsione di percorsi di abilitazione e concorso straordinari per il personale con 3 annualità di servizio. “Serve un piano straordinario di assunzioni e di stabilizzazioni del personale precario, che ha in realtà competenze di molto superiore ai 36 mesi nel mondo della scuola- ha proseguito la Morando – Ancora di più questo anno visto il peso dei pensionamenti anticipati con ‘Quota 100’ che nella provincia sono 130 solo del comparto scuola”. Il rischio è che questo anno crescano fino al migliaio i posti “precari” da attribuire ad inizio anno scolastico. “Serve un immissione in ruolo se ci sono così tanti posti vacanti”. Su questo fronte un occhio particolare di attenzione è stato rivolto al personale Ata “che è sempre stato fortemente penalizzato sia sotto il livello retributivo che di lavoro”. Per non parlare della carenza di “personale per operare con titolo sul sostegno” ha aggiunto Carlo Cervi della Cisl Scuola. L’unica università che “sforna” personale con titolo e competenze è Torino. “E ne fa uscire solo 200, che non bastano a coprire nemmeno la sola provincia alessandrina”.

Il 14 maggio si aprirà il tavolo istituzionale per la “dirigenza scolastica” e il 20 quello per il contratto che impegna il Governo a “reperire fondi per un rinnovo del contratto nazionale del comparto scuola che comporti un sensibile aumento stipendiale che allinei i salari del personale del comparto Istruzione e Ricerca alla media europea”.

Se da un lato si “aspettano risposte” prima di tornare “in battaglia” dall’altra a livello locale restano le assemblee già previste: il 7 maggio ad Alessandria (comprensivo del distretto anche di Valenza), l’8 maggio a Novi Ligure, il 9 a Casale Monferrato e il 10 ad Acqui Terme. Poi ancora il 13 ad Ovada e il 14 a Tortona. Il 15 maggio invece al direttivo Rsu sono stati invitati parlamentari e anche candidati futuri al Consiglio regionale per discutere sulle idee e sulle intenzioni di “proporre un proprio progetto piemontese per l’autonomia”.

In particolare il dibattito sarà concentrato sul tema della “regionalizzazione” del sistema istruzione. “Noi siamo profondamente contrari – hanno proseguito Cervi, Morando e Maria Grazia Bodellini di Snals Confsal – Va ad incrinare la ‘nazionalizzazione’ di reclutamento del personale, di programmi scolastici e di formazione”. E come se non bastasse per i sindacati non avrà l’effetto sperato: “510 euro è il costo standard per allievo – ha spiegato Cervi Cisl Scuola – Se una regione come l’Emilia Romagna ne spende 450, ci guadagna. Cioè chi è efficiente ha un risultato. Mentre per chi non è efficiente nelle economie, la regionalizzazione va solo a penalizzare”.
Su questo tema, per sensibilizzare la cittadinanza, sarà allestito un banchetto informativo e di raccolta firme in piazzetta della Lega il giorno 10 maggio, giorno della StrAlessandria. “Stra-Restiamo Uniti” potrebbe essere lo slogan adatto.

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