La prima obiezione di coscienza in Italia nel Casermone di Casale
la Storia Nel gennaio del 1949 Pietro Pinna rifiutò di indossare la divisa e passò 18 mesi in carcere
la Storia Nel gennaio del 1949 Pietro Pinna rifiutò di indossare la divisa e passò 18 mesi in carcere
Le recenti dichiarazioni del sottosegretario alla giustizia Jacopo Morrone sulla prossima istituzione di un carcere nel complesso dell’ex caserma Bixio fanno discutere. Da un lato hanno immediatamente suscitato un dibattito (con le posizioni contrarie di Nuove Frontiere e dell’ex assessore e consigliere Carlo Caire e quella favorevole del Movimento Progetto Piemonte), dall’altro hanno comunque riacceso i riflettori su uno spazio che per Casale è sempre stato di primaria importanza. Si tratta dell’area della caserma ‘Bixio’, familiarmente chiamata ‘Casermone’ nel quartiere di Porta Milano (per distinguerla dalla ‘Casermette’, nel quartiere Valentino), per decenni sede dell’Undicesimo battaglione fanteria ‘Casale’, e di un centro di addestramento delle reclute, poi battaglione addestramento reclute, con fanti che provenivano da tutta Italia.
La vicenda
E proprio Casale Monferrato fu anche teatro, oltre che di tante storie, di un episodio passato alla storia nell’ambito dell’obiezione di coscienza. Qui nel gennaio del 1949, Pietro Pinna, un geometra di origine sarda, che in quei giorni compiva 22 anni, si presentò alla caserma Bixio per rispondere alla chiamata di leva. Appena giunto, però, dichiarò di non voler indossare la divisa diventando il primo obiettore di coscienza laico nella storia italiana. E quella decisione gli spalancò le porte del carcere militare in quanto, all’epoca, il rifiuto di indossare la divisa era un reato perseguito dal codice penale militare di pace. Dietro le sbarre, complessivamente, vi rimase 18 mesi dopo essere stato processato due volte, e la vicenda uscì anche dai confini nazionali con l’interessamento di 23 parlamentari inglesi. Fu il primo passo di un lungo cammino che ha portato il parlamento ad approvare le legge 772 nel 1972 che ammise l’obiezione di coscienza. Di questo argomento si parlerà venerdì alle 17.30, in un incontro nella Biblioteca civica, ‘Preferirei di no… 1949 2019. Vita, avventura e trasformazioni dell’obiezione di coscienza da Pietro Pinna ad oggi’ con interventi di Piercarlo Racca, Riccardo Barbaro, Gianni Calvi, Vittorio Giordano e Roberto Minervino. Oggi le cose sono profondamente cambiate, il servizio di leva obbligatorio è stato sospeso definitivamente, la ferma militare è volontaria e il servizio civile è ormai una risorsa anche per i giovani. Ma alla fine degli anni ’40 il clima era un altro.