Quando la politica passa dai social
Anche su base locale è attraverso i tag, i commenti e i like che arriva e si cementa il consenso dell'elettore. A Casale perlomeno sembra proprio sia così.
Non serve disturbare il ministro dell’interno Matteo Salvini e i suoi enormi riscontri su Facebook.
Anche su base locale è attraverso i tag, i commenti e i like che arriva e si cementa il consenso dell’elettore. A Casale perlomeno sembra proprio sia così. Le recenti elezioni lo hanno confermato e quello che è avvenuto dopo la tornata elettorale ha addirittura rinsaldato il concetto.
Un buco sulla strada? Tagga il sindaco Riboldi. Un lampione non funziona? Tagga Riboldi. Immondizia? Riboldi. Erba alta? Riboldi. E così via.
L’apoteosi di questo atteggiamento, per il quale uffici, forze dell’ordine e le diverse (e fondamentali) professionalità di cui si compone la cosa pubblica vengono letteralmente bypassate per appellarsi direttamente al primo cittadino, si è verificato nella sera di lunedì.
Una foto viene pubblicata sui social, pare ci sia una crepa sul ponte che collega in centro a Oltreponte.
Con la cassa di risonanza di Facebook è un attimo che si diffonda la psicosi ma, nonostante l’ora tarda, anche questa volta è intervenuto Riboldi in prima persona con la sua squadra a verificare che no, il ponte non sta per crollare, non c’è pericolo, si è trattato di un falso allarme.
Il consenso intanto ovviamente aumenta, vuoi mettere la comodità di avere chi interviene appena lo chiami? Sperando non riposi mai.