Nasce la prima criptovaluta in provincia
Sempre più persone si stanno avvicinando con interesse, speculativo o "scientifico"
ECONOMIA – Alla Gastronomia Miraggio di Acqui Terme l’insalata russa e una fetta di di torta salata si possono pagare in bit-coin. E’ uno dei pochi negozi in provincia di Alessandria che ancora accetta e scambia la moneta virtuale più conosciuta al mondo: “Non sono un granché i clienti che utilizzano questo metodo di pagamento – dicono affacciandosi dal bancone del negozio – Sono prevalentemente turisti, una decina in tutto. La criprovaluta – o moneta matematica – non ha ancora preso piede nelle transazioni quotidiane, ma sempre di più le persone si stanno avvicinando con interesse, speculativo o “scientifico”, anche solo perché si tratta di un mondo futuristico.
Moneta monferrina
Niutrox, una giovane software house di Casale che principalmente si occupa di animazione grafica ha lanciato sul mercato virtuale la propria moneta: “E’ il tear-coin, legata al nostro browser game a cui si può accedere direttamente dal nostro sito”. Matteo Terraroli nel 2014 ha incominciato ad affiancare i suoi interessi per la grafica a quelli per le nuove monete, che nel mondo dei videogiochi e degli scambi immateriali stanno prendendo sempre più piede. Così poco per volta la moneta della lacrima (tear in inglese) si è fatta largo tra gli appassionati di videogames a tal punto da pensare ad un lancio più in larga scala. “Blockchain è il sistema crittografato che certifica qualunque transazione. Grazie a questa nuova tecnologia è stato possibile creare delle monete che vengono controllate dai Miners che certificano la transazione tra due portafogli”.
Una volta codificata la valuta in termini matematici e accettata dalla Blockchain – il sistema crittografato che certifica qualunque transazione – la moneta è pronta per essere immessa sul mercato e utilizzata. “Un tear-coin oscilla tra i 1.400 e i 1.500 euro, ma la divisa è frazionata in otto decimali proprio per tagli più piccoli”.
Le criptovalute possono essere barattate online o ritirate e quindi convertite in euro o dollari, ma nel suo caso non conviene passare alla cassa: “Gli amministratori sono i primi a dover dimostrare fiducia, altrimenti se fossimo i primi a non credere nella nostra stessa moneta sarebbe un problema per il mercato”.
Lo staff Niutrox è composto da Sonia Bollo, Christopher Calvi, Debora Bartoletti, Carlotta Pasquariello (direttrice amministrativa) e Matteo Terraroli.
Dopo diciotto anni da artigiano nautico a Casale, Diego Catalano ha deciso di mollare tutto e dedicarsi alle criprovalute. Originario di Candia Lomellina, Catalano aveva fondato la CD Nautica con sede occupandosi di vendite molto ‘materiali’. Da un paio di anni a questa parte si è buttato a capofitto nella finanza virtuale: “Ho lavorato per anni con sacrificio e passione, sempre rincorrendo il tempo e il denaro. Mi sentivo schiavo, come la maggior parte di noi che lavora per arrivare a fine mese. Dal momento che sono un uomo curioso, cinque anni fa mi sono affacciato al mondo di Blockchain e delle cryptovalute. Mi sono innamorato – racconta – Con un gruppo di soci abbiamo fondato a Bristol (Inghilterra) Crypto Balance Finance Ltd per affrontare il mercato delle criptovalute. Offriamo consulenze ad aziende di alto livello per diffondere un concetto di business etico. Non dimentico da dove sono partito e voglio aiutare chiunque abbia come me una visione lungimirante e insieme al mio gruppo agiremo per divulgare gratuitamente tutte le informazioni utili per rendere Blockchain uno strumento accessibile a tutti”.
Il suo e-coin nelle intenzioni dovrà diventare una moneta corrente, “d’altronde anche il bit-coin era nato così, invece è per ora preda degli speculatori che guarda caso investono molto anche nella finanza tradizionale. Dovrebbe essere utilizzata per acquistare beni e servizi quotidiani e il prezzo dovrebbe essere stabile, non in balia della finanza che influisce sulle quotazioni, né da tenere in un cassetto (virtuale) in attesa che aumentino di valore”.
Etica e finanza
Spesso i due concetti sono in contrasto: Catalano (e non solo) promette che nell’era delle criptovalute non bisognerà più lavorare per vivere e ci sarà più tempo da dedicare a tutti. “Con le criptovalute si crea una moneta finita, cioè in base ad un algoritmo si decide a priori quante monete si andranno a creare e nel caso ci fosse più richiesta, cresce il valore della stessa e non si può creare altro denaro se non quello registrato e tracciato da Blockchain. Ognuno può avere la sua moneta in base al valore che si vuole attribuire. Questa è la vera rivoluzione. Ogni individuo dovrebbe rivedere la sua posizione e forse iniziare a vivere con quello che può permettersi, ma di sicuro ha anche la possibilità di riappropriarsi del suo valore inteso come libertà di essere”.