Voto di scambio con la ‘ndrangheta: arrestato Roberto Rosso
59 anni, assessore regionale, è stato per cinque volte parlamentare e sottosegretario del Governo Berlusconi
TORINO – Classe 1960, nato a Casale Monferrato, Roberto Rosso, esponente di Fratelli d’Italia molto noto nel Casalese e nel Vercellese (ma non solo), è stato arrestato questa mattina, venerdì, dalla Guardia di Finanza con l’accusa di aver chiesto voti alla ‘ndrangheta per le ultime elezioni regionali.
Rosso è diventato membro, nel giugno del 2019, della Giunta guidata da Alberto Cirio in qualità di assessore con delega ai rapporti con il Consiglio regionale, delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi, affari legali e contenzioso, emigrazione e diritti civili.
Il politico è stato arrestato con altre sette persone nell’ambito di un’indagine della distrettuale antimafia di Torino.
59 anni, è un avvocato civilista e nel corso della sua lunga carriera politica ha ricoperto diversi ruoli: ex Forza Italia, cinque volte deputato, è stato sottosegretario con molti differenti incarichi durante il quarto Governo Berlusconi e oggi, oltre alla carica regionale, è anche capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune di Torino e vice sindaco di Trino Vercellese.
Cirio: “La peggiore delle accuse per chi rappresenta le istituzioni”
“Sono allibito per quanto accaduto – ha commentato con una nota il Governatore della Regione Piemonte, Alberto Cirio – Una accusa di questo tipo è la peggiore per chi vuole rappresentare le istituzioni ed è totalmente incompatibile con il nostro modo di vedere la vita e l’impegno politico. Per questo ci auguriamo che Roberto Rosso possa dimostrare quanto prima la sua totale estraneità ai fatti e confidiamo pienamente nel lavoro della magistratura. In queste ore Roberto Rosso mi ha fatto pervenire le proprie dimissioni che ho prontamente accettato, avendo già fatto predisporre la sua revoca non appena verificata la notizia appresa dalla stampa. Come governo regionale, infatti, non possiamo accettare che esista alcuna ombra e più che mai su un tema come quello della lotta alla mafia e alla criminalità, che sono per noi un principio irrinunciabile e per il quale abbiamo voluto costituire per la prima volta in Piemonte una specifica Commissione permanente sulla Legalità. La mafia è il nemico, il male assoluto. E questo deve averlo ben chiaro chiunque voglia governare con me il Piemonte”.