Coronavirus: la task force di Casale elevata ad esempio in Italia
Anche i media nazionali parlano della straordinaria mobilitazione monferrina
CASALE – Se ne sta iniziando a parlare in tutt’Italia di Casale Monferrato, anche sui siti dei media nazionali. E no, per una volta non c’entra nulla l’amianto.
Si parla di Casale per come la comunità Casalese ha saputo affrontare queste prime settimane di emergenza coronavirus. Sono stati i privati a mobilitarsi raccogliendo fondi (oltre 300mila euro), sia con l’Iban predisposto dal Comune che con una raccolta istituita da privati (entrambe tutt’ora attive). A coordinarli la squadra di Federico Riboldi, sindaco da meno di un anno, che è riuscita a reperire le introvabili mascherine, ad acquistarle e a distribuirle nei comuni del comprensorio (una cinquantina). Ce ne sono per tutti quelli impegnati in prima linea nella lotta al covid-19, forze dell’ordine incluse. Mascherine dalla Cina, distribuite già in circa 15 mila esemplari dalla Protezione Civile. Altre in arrivo per l’ospedale (oltre 30mila) e altri supporti, sempre per il Santo Spirito.
Mascherine anche alla popolazione. Saranno consegnate direttamente alle fasce più esposte, agli anziani e ai malati nei prossimi giorni.
«La nostra forza è la generosità dei Monferrini, unita a una grande squadra» dice Riboldi.
Come avete fatto?
«Abbiamo messo in campo tutti i contatti che avevamo, abbiamo lavorato con originalità, senza mai arrenderci. Ci siamo rivolti ad imprenditori cinesi, a manager di Hong Kong, a personalità legate al mondo dell’industria del freddo… Però senza i privati e la loro solidarietà non saremmo andati da nessuna parte».
Siete intervenuti a colmare delle lacune evidenti. Colpa di chi?
«Questo non è il momento delle polemiche. Prima occorre risolvere questa situazione di emergenza, poi si valuteranno le responsabilità. Spero che da questa esperienza esca un nuovo modo di selezionare la classe dirigente, un modo meritocratico, che segua le competenze e le capacità».
Come è possibile che una realtà come quella di Casale possa fare scuola, come mai ci avete pensato solo voi ad agire in questo modo?
«Sono solo un povero sindaco di provincia, sebbene sia giusto ricordare che Casale è stata una capitale non posso rispondere per altri. Dico che in queste settimane ho potuto “tirare” perchè avevo le spalle coperte da un grande gruppo di lavoro. Mi interessa solo che si sia raggiunto un buon risultato per la nostra gente».