Infermieri sul piede di guerra: “La politica deve solo chiedere scusa”
L'emergenza sanitaria Covid-19 vista dal NurSind, il sindacato regionale della categoria
TORINO – La frattura tra i camici bianchi, infermieri e politica pare insanabile. Dopo la levata di scudi del sindacato dell’Ordine dei Medici piemontesi, ora è il NurSind, nella persona di Francesco Coppolella (segreteria regionale), a fornire una chiave di lettura complessiva in merito all’emergenza Covid-19. Perché se è vero che nella fiction “In guerra è tutto concesso”, come recita il film di David Hare, la realtà deve essere necessariamente un’altra cosa.
“Non credo di poter essere smentito da nessuno – scrive Coppolella in un comunicato – se dico che molte delle persone che ci stanno lasciando sono anche il risultato dei quei tagli sistematici e costanti che avete operato sui servizi e sul personale, lo stesso personale che in questi giorni ringraziate continuamente e che fino a ieri trattavate solo come una spesa da ridurre, un peso, una zavorra.
Tanti sono morti per la letalità del virus, ma molti ci hanno lasciati per la mancata assistenza quella di cui voi e vostri precedessori avevate la responsabilità di dover garantire.
Avete chiuso ospedali, strutture, servizi, accorpato Asl e interi Dipartimenti, oltre ad aver operato tagli sempre più consistenti sul personale. Avete tagliato migliaia di posti letto senza nessun potenziamento sul territorio e a domicilio, creando un sistema che andava in difficoltà già con una semplice influenza come abbiamo potuto assistere negli anni precedenti.
Noi, su questo non abbiamo risparmiato critiche a nessuno, e non ci siamo risparmiati nel denunciarlo continuamente, qualunque fosse il colore di chi governava: ma a seconda di chi c’era, le nostre erano polemiche sterili.
Nicoletta Berinde, infermiera di una RSA deceduta a casa, in attesa di un tampone, è la ventottesima collega caduta sul lavoro. Resteranno cicatrici indelebili.
Ci indigna anche per questo sentire Roberto Testi (medico legale a capo del Comitato tecnico scientifico dell’Unità di Crisi), pontificare in conferenza stampa sul ruolo sociale e sull’onore dei medici, dimenticando gli altri professionisti caduti in questa emergenza di cui non vediamo la fine.
Oggi la mancanza di lungimiranza, di pianificazione, di DPI e le immagini dei colleghi che operano sui mezzi di emergenza, vestiti con i sacchi della spazzatura rendono le denunce fatte nel tempo quantomai attuali.
Ci risparmi la Giunta regionale lo scarica barile sulle precedenti amministrazioni con cui non siamo certo stati teneri. Queste inefficienze le conosciamo meglio di loro perché assieme ai cittadini, siamo stati i primi destinatari delle scellerate politiche dei tagli degli ultimi dieci anni, peraltro gradite all’assessore Icardi.
Quanto alle condizioni delle RSA, solo un cieco poteva ignorarle, negare questa evidenza richiede un esercizio di incompetenza e malafede. Lo abbiamo denunciato più volte pubblicamente.
Siamo fermamente convinti che si potesse fare meglio e se i componenti dell’Unità di Crisi regionale non tollerano lo stress delle critiche, tornino alle precedenti occupazioni.
L’unica cosa che avete il dovere di fare è chiedere scusa, tacere e iniziare a lavorare per programmare il futuro con la speranza che tutto questo sia servito per compiere scelte diverse”.