Quando Sepùlveda si innamorò della grappa di Altavilla
Nel 2004 lo scrittore recentemente scomparso era stato in Piemonte
ALTAVILLA – “La grappa è meraviglia: è alchimia quello scendere goccia a goccia, catturare la luce, con una lentezza che è passione, amore, sentimento.” Correva il giorno 28 ottobre dell’anno 2004 quando il noto scrittore cileno Luis Sepúlveda, visitando per la prima volta il Monferrato e avvicinandosi alla tradizione della distillazione, pronunciò queste parole che non potevano non essere “poetiche”. L’occasione per raggiungere questa terra, esattamente dieci anni prima dell’ufficialità del riconoscimento a “Patrimonio dell’Umanità”, fu l’invito giunto dagli organizzatori del Premio Grinzane Cavour, per la seconda edizione di “Scrittori in vendemmia”, e da Mazzetti d’Altavilla – Distillatori dal 1846, la più storica distilleria del Nord-Ovest.
Per l’occasione fu organizzato un programma di accoglienza della durata di un’intera giornata che coinvolse le autorità, il mondo della stampa e anche le scuole. E fin dal primo momento del suo arrivo – in cima alla collina di Altavilla Monferrato – tutti i presenti rimasero emozionati dalla semplicità e dall’autentico coinvolgimento che questo genio della letteratura mostrava nel rapporto con le persone e nella meraviglia che provava per la scoperta di racconti e di note sensoriali.
A fine ottobre la distilleria era in pieno fermento e i profumi delle freschissime vinacce piemontesi dovettero ammaliare Sepúlveda lasciando in lui il segno. Ad accoglierlo Franco Mazzetti con i figli e i nipoti: tre generazioni di distillatori (e futuri tali) – dalla quinta alla settima – riunite al cospetto di chi attraverso la penna decantava emozioni, sentimenti, luoghi e storie.
“Era profondamente assorto nella magia della distillazione – ricorda bene ancora oggi la Famiglia Mazzetti scorrendo le foto di quel giorno – e volle assistere ad ogni fase, dal riempimento alla riapertura degli alambicchi fino alla condensazione e alla prima degustazione. Abbiamo appreso con profonda tristezza la notizia della sua dipartita dopo la lunga battaglia contro il male che sta attanagliando il mondo.”
Luis Sepúlveda restò sette ore in distilleria, concedendosi anche il tour alla sala direzionale, dove fanno bella mostra di sé i premi acquisiti nel tempo dall’azienda, e da lì si fece un’idea del Piemonte definendola un luogo di gente “nostalgica ma non malinconica e fortemente attaccata alla terra e al suo lento lavoro artigianale”, ricordando anche la storia dei tanti piemontesi emigrati proprio nel “suo” continente americano. “Abbiamo ricordato il ‘maestro’ Luis Sepúlveda con una dedica tratta dalle sue stesse parole rivolte al distillato italiano che rappresentano in pieno quello che per Noi significa la Grappa – aggiunge la Famiglia Mazzetti – passione, amore, sentimento. L’arte di tramandare tradizioni di territorio e di distillazione, di generazione in generazione.”