Dopo Report, gli infermieri rispondono al mondo politico e sanitario
Parla il NurSind, che non accetta diffide, seppur velate, contro chi ha rilasciato dichiarazioni
ALESSANDRIA – Report, la trasmissione mandata in onda da Rai3, ha sparigliato le carte evidenziando a livello nazionale le criticità del Piemonte, in quella che ormai sembra essere non più solo una battaglia contro il coronavirus. Le reazioni del mondo Politico e della Sanità, come del resto era prevedibile, non si sono fatte attendere.
In campo, ora, scende anche il NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche regionali che insorge su quella che sembra una diffida nei confronti di chi, tra gli operatori, ha rilasciato dichiarazioni sulla situazione di questi mesi.
“E’ veramente singolare la reazione scomposta di alcuni esponenti politici regionali e locali, nonché di alcune figure apicali di aziende sanitarie regionali a seguito del servizio di Report – interviene Francesco Coppolella, segreteria regionale NurSind – Ha dell’incredibile inoltre come nella loro reazione strumentalizzino migliaia di operatori sanitari piemontesi.
Secondo la loro visione delle cose la trasmissione avrebbe dato un’immaggine della sanità piemontese negativa, e avrebbe offeso gli operatori sanitari che ogni giorni lavorano con grande abnegazione e sacrificio.
Vorrei dire a costoro che la trasmissione non ha fatto altro che dire cose già note, e che gli organi di informazione locale avevano già ampiamente descritto.
Non è forse vero che gli operatori erano sprovvisti di dispositivi di protezione individuali, e si sono dovuti arraggiare utilizzando sacchi dell’immondizia?
Che si sono perse megliaia di segnalazioni dei medici di medicina generale?
Che i tamponi non sono stati eseguiti, sintomatici compresi?
Che la sovrapposizione di aree “pulite” e “sporche” negli ospedali non ha funzionato?
Che le RSA sono state trascurate? Che indicazioni e disposizioni cambiavano giornalmente e non c’era una linea di comando?
Dicono forse il falso i sindacati medici e infermieristici e gli Ordini provinciali?
Ecco, mi pare che nessuno di loro sia in grado di smentire tutto questo, e sono esattamente le cose riportate dalla trasmissione.
Non mi pare che la trasmissione abbia messo in dubbio la professionalità, la serietà e il sacrificio degli operatori, tanto è vero che nessuno di essi si è sentito toccato, anzi. Sono situazioni che denunciano da due mesi, pertanto trovo anche offensivo strumentalizzarli.
Certo, anche per chi si trova nella posizione di dover dare risposte adeguate per il ruolo ricoperto, e aggiungo anche ben retribuito, è stato complicato gestire questa emergenza, ma aggrapparsi inappropriatamente al termine guerra non giustifica gravi errori di superficilità e le responsabilità che ci sono state. Se vi sentite dei generali, che non siete, avreste dovuto guidare bene le vostre truppe, avreste dovuto essere in grado di non metterli in pericolo i vostri soldati.
Invece mi pare che si parli di morti tra gli operatori, di centinai di ammalati e migliaia di contagiati con i quali noi, ogni giorno, a differenza vostra, ci siamo dovuti confrontare anche confortandoli, cercando di far valere i loro sacrosanti diritti che voi non siete stati in grado di tutelare.
E’ altrettanto stupefacente come qualcuno, anche se velatamente, lasci intendere azioni adducento che chi ha rilasciato dichiarazioni dovrà risponderne assumendosene la responsbilità.
Credo che la cosa migliore per tutti voi sarebbe stata quella di avere almeno il buon senso di tacere, perché responsabili insieme a chi vi ha preceduto”