25 aprile a Casale: “I medici? Eredi dei partigiani. A loro la Medaglia d’Oro”
Presenti Riboldi, Carpenedo e Farello
CASALE – Erano presenti sia il sindaco di Casale Federico Riboldi che i presidenti di Anpi Gabriele Farello e del comitato unitario antifascista Germano Carpenedo oggi pomeriggio al monumento ai caduti dei giardini della Stazione Ferroviaria per la commemorazione (in forma ristretta e priva di pubblico per l’emergenza Covid) della Festa di Liberazione. Niente “boicottaggio” quindi con i due presidenti che sembrava potessero non partecipare per le divergenze sulla location della cerimonia. Con i tre citati solo le forze dell’ordine e il Gonfalone del Comune.
Sulle note de “Il Piave”, di “Bella Ciao” e del “Silenzio” è stata deposta una corona di alloro prima degli interventi.
Il primo cittadino: «È un momento che ci costringe a vivere i momenti di rammemorazione in solitudine. Quello di oggi è un 25 aprile con un significato particolare, per la prima volta dopo il secondo conflitto mondiale coglie l’Italia in un momento di crisi complessiva. Oggi, mentre ricordiamo il sacrificio dei ragazzi di Casale e dei patrioti italiani, contro i nazisti e gli ultimi anni del fascismo, sciaguratamente alleatovisi, voglio ricordare i medici e gli infermieri che hanno perso la vita per il loro impegno in prima linea, non erano obbligati ad andarci. A Carpenedo e Farello chiedo una definitiva pacificazione, si rinsaldi il concetto di nazione e si lavori insieme, si ricordi la Resistenza come lotta di liberazione che ha avuto anche momenti bui, che si addivenga a una storia comune che unisca tutti gli italiani. Anche i giovani in questi giorni hanno capito cosa vuol dire non avere la libertà».
Carpenedo: «Non possiamo non ricordare tutti i caduti ma oggi celebriamo soprattutto la Liberazione. Nel rispetto di tutti i morti celebriamo oggi quelli che hanno perso la vita per la libertà, i partigiani, parte attiva, militante e combattiva. Chi è contrario alle idee della Resistenza sappia che la sua libertà è dovuta a quegli uomini, che furono i fautori di una nuova Costituzione e della nuova Italia. Parlare di memoria condivisa non è possibile, la memoria è di ciascuno. Può esserci una conciliazione ma non prima di una presa di coscienza su chi perpetrò gli eccidi. Mi auguro che oggi tutti operino per il bene della patria, nata dalla Resistenza. Chiedo ai politici che si valuti la consegna della Medaglia d’Oro a medici e paramedici che hanno perso la vita in queste settimane, sono loro gli eredi dei partigiani».
Farello: «Non è la prima volta che un virus attanaglia il paese. 75 anni fa la sua provenienza era interna e straniera. La pacificazione può essere possibile solo dopo una presa d’atto: “Tutti uguali davanti alla morte, non davanti alla storia” come diceva Italo Calvino».