“In Piemonte la situazione rischia di diventare irreversibile”
TORINO – Di fronte ad una situazione sanitaria ed economica “vicino al disastro e che rischia di diventare irreversibile”, i sindacati Cgil, Cisl e Uil uniscono le voci per chiedere alla Regione interventi immediati. Questa mattina, venerdì, i vertici confederali si sono riuniti per mettere a punto una piattaforma di proposte da inviare all’amministrazione di Alberto Cirio. Mentre il settore della funzione pubblica, che comprende anche la sanità, sta manifestando – nei limiti del rispetto delle norme per il contenimento dei contagi – davanti agli ospedali, i tre segretari generali, Pier Massimo Pozzi per Cgil, Alessio Ferraris per Cisl e Gianni Cortese per Uil chiedono assunzioni immediate a tempo indeterminato e un rafforzamento dei presidi territoriali.
Secondo Cortese, poi, “la catena di comando della regione Piemonte è in stato confusionale. Nel settore sanitario si è scatenata la tempesta perfetta, siamo reduci da dieci anni di tagli dei posti letto e di mancanza di interventi sul territorio. Una situazione che non si risolve con le tende da campo dell’esercito. Il problema è la mancanza di personale”.
La proposta? “Stabilizzare i precari, perché i bandi a tempo determinato non servono”.
Tamponi in fabbrica
Intanto arriva anche la proposta di aprire un dialogo con le associazioni datoriali per consentire tamponi e test rapidi all’interno delle fabbriche, per evitare e arginare eventuali focolai, “continuando ad applicare i protocolli già siglati ad aprile e, se serve, integrarli”.
Investire, non spendere
Guardando al termine della pandemia, i tre segretari invocano interventi strutturali. “Se arriveranno risorse dal governo e dall’Europa (si parla di 16 miliardi) – dice Alessio Ferraris – devono essere investiti, e non semplicemente spesi”.
“Inutile trovare capri espiatori – aggiunge Pozzi – Ma non possiamo permetterci in futuro che il punto di forza nel settore manifatturiero possa arretrare ulteriormente e che non ci possano essere miglioramenti in quei settori in cui siamo deboli, come il terziario avanzato”.
Due, quindi, le linee di azione: “di difesa, perché quando cesseranno gli ammortizzatori per Covid e ci sarà via libera ai licenziamenti, sarà un massacro”. Ma anche una “linea espansiva” che guardi agli investimenti.