Basket – A2 JBM Novipiù, un urlo oltre la crisi?
Il debutto con le maglie da allenamento e i numeri fatti con lo scotch è solo l’emblema della confusione interna
CASALE – Alla sirena di Novipiù-Bergamo (65-62) l’urlo che è arrivato dal campo e dalle tribune è sembrato liberatorio, moltiplicato rispetto alle persone presenti al PalaFerraris.
Una vittoria al debutto casalingo di una nuova squadra e di un nuovo club, arrivata dopo una settimana di tensione e al termine di un periodo di difficoltà. Ma un successo, seppure prezioso, non cancella i problemi e bisogna ammettere che l’avventura della JB Monferrato non è iniziata nel modo migliore.
E non ci riferiamo solo ai risultati del campo (SuperCoppa da incubo), ma al cammino di una società che è sembrata impreparata alla nuova avventura. Il periodo pandemico ha sicuramente ingigantito le difficoltà generali ed organizzative ma proprio per questo era necessario da parte della dirigenza un extra sforzo per permettere a tutti di arrivare pronti all’inizio della stagione. Così non è stato. Sottovalutazione, rodaggio gestionale, mancanza di comunicazione interna? Difficile dirlo, da fuori. Certo è che la struttura operativa, rispetto all’assetto «ereditato» dalla Junior Casale è stata ridotta all’osso. L’ultima uscita del team manager e responsabile comunicazione Pietro Scibetta, non sostituito, ha indebolito ulteriormente lo staff. Il debutto shock a Capo d’Orlando, con le maglie da allenamento con i numeri fatti con lo scotch, è solo l’emblema della confusione interna.
Compete al presidente Simone Zerbinati, all’a.d. Savino Vurchio, a Guido Repetto e ai soci creare le condizioni perché la squadra possa esprimersi e fare in modo che Casale torni ad essere considerata un modello di organizzazione. E per fare questo servono idee chiare, risorse e persone. La squadra domenica ha battuto un colpo, ora tocca alla società.