«Sulla Fondazione Aleramo l’amministrazione ha le idee poco chiare»
Ieri il parlamentino casalese ha votato la modifica dello statuto
CASALE – Già nella seduta di fine ottobre del consiglio comunale di Casale il tema riguardante la costituzione dell’agenzia di sviluppo partecipata fortemente voluta dall’amministrazione Riboldi, la Fondazione Aleramo, aveva scaldato gli animi e così è successo anche nel ritrovo in video conferenza di ieri sera, quando i consiglieri sono stati chiamati a pronunciarsi riguardo ad alcune modifiche apportate allo statuto della fondazione.
Le differenze principali rispetto al regolamento iniziale si sostanziano in una diminuzione della pronunciata centralità di Casale nel progetto: «Laddove si faceva riferimento al solo territorio casalese – ha introdotto il vice sindaco Emanuele Capra – ora si parla di territorio monferrino. Il format originario prevedeva che il Cda fosse composto da un numero di consiglieri compreso fra 3 e 5, ora ne sono previsti 5. Infine, il presidente non sarà il sindaco che, quindi, ne nominerà uno esterno. Invito i consiglieri ad esprimersi solo sul tema specifico, tralasciando questioni già discusse in passato». Se agli occhi dei consiglieri di maggioranza questi cambiamenti sono sinonimo di collaborazione e grande entusiasmo da parte dei più di 40 comuni che hanno aderito al progetto, a quelli della minoranza sono parsi come un’ulteriore conferma della poca chiarezza e del mancato coinvolgimento degli attori interessati, criticità peraltro già denunciate nel primo dibattito.
Il vice sindaco Emenuele Capra (Lega)
Roberto Milano (Pd) non ha però raccolto l’invito di Capra: «La modifica dello statuto a poco tempo dalla sua creazione conferma la sensazione che ho sempre avuto: sembra che prima si sia pensato a divulgare l’idea e solo in un secondo momento a lavorare per metterla in atto. È necessario che l’amministrazione rifletta bene su cosa vuole fare e come vuole farlo». A rispondere prontamente è il presidente del parlamentino Fiorenzo Pivetta: «Proprio perché appena nata sarebbe il caso di lasciare il tempo di lavorare a chi di dovere per poi poter esprimere giudizi e valutazione. Sembra che ogni idea venga criticata a priori».
Giorgio Demezzi (Ritrovare Casale) e Luca Gioanola (Pd) hanno evidenziato un’ammissione di colpa, seppur velata, presente nell’intervento del vice sindaco: «Grazie per aver chiarito come stasera ci ritroviamo qui a confrontarci perché avete contattato solo successivamente i paesi partecipanti: queste modifiche potevano essere pervenute – ha spiegato il capogruppo della Civica che ha poi fornito uno spunto alla giunta – Il Recovery Fund potrebbe fornire importanti risorse per lo sviluppo del territorio, vi invito a sollecitare gli organi competenti». Il capogruppo Dem ha quindi confermato quanto detto dall’ex sindaco evidenziando «un modo di agire quasi arrogante. Ci sono ancora tante lacune, mancano piani e strategie, manca la sostanza dello statuto».
Nella sua replica Capra ha spiegato come il coinvolgimento successivo degli altri comuni sia stato travisato, per farlo ha usato una metafora: «È come se dovessi organizzare un viaggio: prima di coinvolgere gli altri partecipanti e dire loro dove andremo e quali saranno le tappe intermedie, devo trovare un mezzo. La Fondazione Aleramo è il mezzo, una volta creata abbiamo contattato i nostri compagni di viaggio che hanno mostrato grande entusiasmo oltre».
Prima della votazione c’è stato un ultimo intervento di Fabio Lavagno (Pd) che, nell’anticipare il voto negativo, ha posto l’accento sul tema della nomina del presidente dell’agenzia: «Da indiscrezioni giornalistiche (le nostre nda) pare che sia già stato nominato l’attuale presidente di Energica Paolo Secco. Sarebbe valsa la pena discutere una scelta che al momento non è ufficiale ma non è nemmeno stata smentita e che, ancora una volta, conferma una tendenza politica marcata e più volte segnalata».
Le modifiche allo statuto sono state quindi approvate (come già successo a ottobre) grazie ai voti di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italie e Difesa e Ripresa. Contrari i voti da parte delle minoranze.