Monolito in Monferrato: un avvistamento pure a Salita Sant’Anna
Chi c'è dietro questo fenomeno
CASALE – Sono un po’ i nuovi cerchi nel grano i monoliti che, a partire da novembre (il primo “ritrovamento” nello Utah) stanno spuntando ovunque nel mondo: Usa, Romania, Francia, Olanda, Germania e Italia (il primo in Italia era stato trovato a Lanuvio, vicino a Roma, poi un altro era comparso in Alto Adige…).
Ma di cosa si tratta? Cerchiamo di fare chiarezza.
Non è opera degli alieni e nemmeno di burloni. Bensì di artisti che cercano in questo modo di diffondere il loro messaggio, la loro arte, la loro creatività. Partiamo dal primo monolito, quello dello Utah: è stato “rivendicato”. Il collettivo The Most Famous Artist nel 2017 aveva “vandalizzato” la scritta Hollywood modificandola in “HollyWeed” (weed è la canapa). Tre anni dopo sono tornati con una trovata che ha avuto ancora maggior risalto mediatico.
Dietro le quinte, mentre gli avvistamenti di monoliti si sono iniziati a moltiplicare negli Stati Uniti e nel mondo abbastanza rapidamente, c’è per qualcuno anche un’operazione commerciale, visto che le repliche del blocco metallico originale sono state messe in vendita a 45mila dollari l’una. Ma è difficile, se non impossibile, che dietro a tutto ci sia lo stesso collettivo, la stessa mano. Dall’idea originale si sono sviluppate azioni di emulazione ed imitazione.
Veniamo quindi ai giorni scorsi e al Monferrato: a Sala, nella vigna dell’azienda vitivinicola Botto Vini è comparso un monolite (nella foto sopra) nella notte di Capodanno. Dietro la performance artistica c’è anche qui un collettivo di artisti. Un gruppo di creativi, in Monferrato sono parecchi, che proseguono la loro formazione contaminandosi in ambienti internazionali e collaborando attivamente a progetti di rilievo nazionale e internazionale. Capita perciò che spesso e segretamente in quest’area eccellenze artigiane, creino o restaurino opere per altri artisti famosi in qualità di “ghost artist”, artisti fantasma.
Un progetto ben strutturato benchè su base locale e sicuramente ricollegabile al movimento mondiale The Most Famous Artist.
L’azienda di Marco Botto non può che compiacersi dell’iniziativa che l’ha coinvolta: il nome della realtà vitivinicola ha fatto rapidamente il giro del web e nelle passeggiate dei monferrini ormai la visita al monolito sta diventando un appuntamento fisso. Ma gli artisti? Ad orchestrare il tutto, c’è sicuramente la mente eclettica del casalese Giovanni Saldì, contattato come consulente artistico dagli stessi Botto all’indomani della comparsa del monolito di Sala. Saldì, restauratore, artigiano e artista (oltre che insegnante), non è nuovo alle installazioni e alle trovate originali, non solo in zona. È stato contattato per il Monolito di Sala anche il frassinetese Matteo Maryni, esperto di lavorazione dei metalli (nel curriculum allestimenti di design in mostre, esposizioni e moda) e incaricato della messa in sicurezza del manufatto: è lui a spiegare che si tratta di un oggetto accuratamente eseguito e lucidato. Ne sono stati valutati peso e dimensioni per poter creare ex-novo un sistema in acciaio atto ad ancorarlo al terreno della vigna sul quale è stato appoggiato.
Intanto, riconducibile all’opera dello stesso collettivo di artisti-artigiani monferrini è anche una giovane studentessa del liceo artistico Angelo Morbelli, Erisa Gashi: influencer e tiktoker, affascinata da questa espressione d’arte ha creato una pagina Instagram e Facebook.
Pubblicato da Monolito Monferrato su Sabato 2 gennaio 2021
Nel frattempo quello di Sala non è l’unico avvistamento. Un’apparizione, alquanto fugace, si è verificata nei giorni scorsi anche in Salita Sant’Anna a Casale. Non si sa se si tratta dello stesso manufatto o di un altro dal momento che il monolito apparso a Sala Monferrato è ancora in loco e quello di Casale no.
Quest’ultimo, definito da Saldì la Stele di Sant’Anna è stato ritratto da Alessio Tagnani, fotografo di beni culturali.
Ora a Sant’Anna non c’è più, ma chissà che presto non compaia altrove…