“Contagi, fase incerta. Alessandria pare in leggera flessione”
I dati della pandemia e lo studio del professor Bianchi dell'Upo
ALESSANDRIA – La prima giornata di zona gialla termina con qualche considerazione che lascia ben sperare. Certo, il livello di guardia deve restare altissimo e serve la massima cautela sempre e comunque, ma i dati forniti nel pomeriggio di ieri dall’Unità di Crisi, utili a completare la nostra consueta analisi settimanale, portano nel complesso buone notizie.
«A livello generale è una fase caratterizzata da grande incertezza – sottolinea il professor Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo – anche perché sulle valutazioni incidono molti elementi accidentali, oltretutto accentuati tra le singole realtà provinciali. In Piemonte la curva sembra sostanzialmente stabile, mentre Alessandria pare in leggera flessione».
Incidenza ogni 100mila
Nella speciale graduatoria relativa all’incidenza dei casi settimanali ogni 100mila abitanti, l’Italia è in testa a quota 142, seguono Piemonte e Lombardia appaiate a 123, e la nostra provincia chiude a 115.
«Il Piemonte, nei sette giorni terminati ieri – spiega Bianchi – sale da 5082 a 5334 contagi, con un incremento di 252 unità, pari al 5%, e una media di 762 casi al giorno. Il traino ovviamente è Torino, ma anche Vercelli, che rappresenta un esempio emblematico con un quasi raddoppio dei casi, e Biella vanno male. In discesa, invece, il Vco e proprio la nostra provincia, che cala del 9%».
Alcune stranezze
Nell’analisi dei dati emergono alcuni elementi anomali: la percentuale di asintomatici, per esempio, scende al 42%, testimonianza del fatto che si traccia poco o niente, mentre preoccupa l’aumento di ricoveri e terapie intensive.
«Il bilancio settimanale – chiarisce il docente – ha ancora segno ‘meno’, ma nella giornata di ieri per esempio l’incremento è stato notevole. E poi i decessi, 69 in più rispetto a martedì scorso».
Meno guariti
Alessandria, come detto, scende da 533 a 483 casi settimanali, 50 in meno e 69 di media al giorno. «Siamo vicini al minimo storico della seconda ondata – conclude Bianchi – raggiunto a fine dicembre con 65 contagi settimanali. Rallentano i guariti, che sono stati 502, ancora in crescita i decessi, di nove unità. E il tasso di letalità è del 6,1%, contro il 4,4% del Piemonte. Previsioni? Difficile sbilanciarsi, anche perché ci sono troppe variabili imprevedibili da prendere in considerazione. A cominciare, per esempio, dal numero dei tamponi, che sabato e domenica sono stati ampiamente sotto la media».