Drera: «Non c’è più tempo per scaramucce politiche, occorre agire»
Il capogruppo della Lega casalese sulla situazione a un anno dallo scoppio della pandemia
CASALE – A un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid il capogruppo in consiglio comunale della Lega casalese Alberto Drera, attraverso una personale riflessione, ha ragionato sulle difficoltà affrontate in questi 12 mesi.
Lo ha fatto ripercorrendo la fase iniziale, in cui paura e sorpresa la facevano da padrone: «Sono passati 365 giorni esatti dal primo DPCM che ordinava la chiusura di quasi tutte le attività. È stato un anno difficile sotto molti aspetti: complicato, tra gli altri, dal punto di vista sanitario, sociale, educativo e lavorativo.
Era da qualche giorno che il virus iniziava a circolare anche in Italia e i sentimenti più comuni erano angoscia, paura e incertezza. Il timore di quello che non si conosce era forte e le persone si sono trovate nel giro di pochi giorni a dover affrontare una vita totalmente diversa e per certi versi inaspettata».
Per poi soffermarsi sul primo periodo di lockdown e su uno dei settori maggiormente colpiti dalla pandemia, quello scolastico: «La quotidianità nell’arco di un anno è cambiata radicalmente e ciò può farci riflettere su molti aspetti che prima, forse erroneamente, ritenevamo scontati. Abbiamo riscoperto quanto siano importanti i rapporti umani e la socialità e che quando si viene privati degli stessi rimane un vuoto incolmabile che ci fa sentire soli e sconfortati. Abbiamo imparato quanto il lavoro sia una condizione fondamentale dell’uomo e che la privazione dello stesso faccia sentire per certi versi svilita l’utilità umana. Un altro aspetto fondamentale che era chiaro a molti, ma forse non a tutti, è che la scuola è un’istituzione fondamentale per formare i cittadini del domani e per far imparare ai più piccoli come gestire i rapporti umani e in questo anno a farne le spese sono stati soprattutto i bambini».
Ringraziando chi ha messo a rischio la propria incolumità: «Un ringraziamento doveroso va sicuramente ai medici, agli infermieri e a tutto il personale sanitario che in questi 365 giorni hanno fatto, e continuano a fare, un lavoro straordinario. Hanno dato importanza primaria alla salute del prossimo facendo turni estenuanti e mettendo spesso in secondo piano le loro famiglie. Vanno ringraziati anche tutti i volontari della Protezione Civile e le Forze dell’Ordine che sono stati in prima linea per aiutare i più bisognosi gli uni e per far rispettare le regole gli altri»
Un pensiero viene dedicato anche a temi di attualità, su tutti quello dei vaccini: «Bisogna prendere atto che il mondo allo stato attuale sia cambiato, ma non dobbiamo consentire che ciò porti ad un nuovo paradigma di vita, non possiamo accettare che la DaD diventi la nuova normalità, così come non possiamo accettare che lo sia il lavoro a distanza. Ovviamente in una fase emergenziale questi sono ottimi strumenti che consentono di continuare le attività, ma quando tutto questo finirà dovremo ritornare alla vita di prima.
Per tornare in tempi stretti alla vita di prima però occorre un cambio di marcia soprattutto sulle vaccinazioni che, invece, stanno procedendo a rilento. Abbiamo già perso troppo tempo a discutere di primule, ora occorre velocizzare i tempi e vaccinare quante più persone possibile rapidamente. Se non saremo veloci nel compiere queste operazioni il Paese difficilmente si risolleverà, l’economia è in forte difficoltà e dobbiamo riprendere al più presto la vita di prima per poter cominciare a risalire la china.
Bisogna intervenire con incentivi mirati alle imprese, abbassare le tasse, ridurre il cuneo fiscale e fare tutto ciò che potrebbe facilitare una ripresa più rapida, cercando di contenere l’emorragia occupazionale che altrimenti diventerà inevitabilmente un problema enorme. I temi sono tanti e questo maledetto virus ha messo in luce le più grandi carenze del nostro Paese, tra cui la scuola, la sanità e il lavoro. Bisogna attuare dei correttivi, occorre ripensare il modo in cui abbiamo agito fino ad ora e vi è la necessità di intervenire in tempi stretti per attuare quelle modifiche che non possono più essere procrastinate».
E in fase conclusiva trova spazio un pensiero su come dovrebbe comportarsi il mondo politico in un momento storico così delicato con poche certezze e un equilibrio sempre più precario: «A fronte di tutti questi temi e di queste esigenze impellenti non posso però che essere rammaricato nel sentire il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, che annuncia di dimettersi dalla carica di segretario perché all’interno del suo partito i temi più rilevanti sono l’alleanza con il Movimento 5 Stelle e la spartizione di incarichi.
Non c’è più tempo per i ragionamenti politici e le scaramucce. Occorre agire e farlo al più presto, in primis per quanto riguarda il tema delle vaccinazioni».