Bot – Telegram, molto di più e per tutti i gusti
No, non stiamo parlando di titoli del debito pubblico. No, non è uno dei tanti diminuitivi che si usano sulle chat e sui social media, tipo “ke”, “xké”, nn”, “qlcosa”, “anke” che uno poi si chiede che cosa ci facciano mai, con quel tempo risparmiato, coloro che li utilizzano. Bot sta ad indicare le tante funzioni disponibili su Telegram che consentono di ricevere informazioni o avvisi al prodursi di un certo evento. Vi sono bot, come “Traccia Prezzo”, che permettono di impostare un avviso non appena un prodotto disponibile su Amazon scende al di sotto di un certo prezzo, ve ne sono altri per tradurre un messaggio, vi è quello di Giphy – @gif – per includervi una gif animata e quello di Wikipedia – @wiki – per spiegare il significato di un termine.
Se immaginate Telegram però come una semplice alternativa a WhatsApp, dovete ricredervi. È molto di più ed è per tutti i gusti: c’è il canale dei “Consigli del Penwgin” dedicato ai videogames ed alla tecnologia con 394 mila follower, ma anche quello del Ministero della Salute con 682 mila persone che lo seguono per ragioni informative sull’evoluzione della pandemia e sull’andamento della vaccinazioni. A ciascuno il suo canale, a ciascuno il suo bot.
Lo scorso gennaio si è assistito ad un fuggi fuggi generale da WhatsApp a favore di instant messenger come Signal e Telegram non appena Facebook ha annunciato che, nel corso dell’anno, i dati di WhatsApp sarebbero stati condivisi con la stessa Facebook in vista di una progressiva integrazione fra le due piattaforme.
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Telegram presenta infatti profili di maggior riservatezza – ad esempio, ha messaggi che si cancellano non appena letti – ed offre maggiori performance nell’invio di allegati e nella gestione dei gruppi. WhatsApp però nel nostro Paese ha 33 milioni di utenti rispetto ai 9 milioni di Telegram e può essere utilizzato anche in modo professionale grazie alla versione Business che sta progressivamente arricchendosi di funzionalità utili per chi lavora e per le aziende. Tale versione infatti:
- è gratuita per tutti i cellulari e per tutti i sistemi operativi;
- ogni numero telefonico però può avere un solo account di WhatsApp;
- consente l’attivazione di profilo aziendale raggiungibile attraverso un URL univoco;
- permette l’attivazione di un catalogo offerte, prestandosi così ad un utilizzo interessante per la gestione di servizi come il delivery commerce;
- come il normale WhatsApp, può essere seguita anche da desktop;
- offre la creazione di risposte automatizzate;
- favorisce l’invio di comunicazioni a liste broadcast che però contengono un massimo di 256 contatti.
Strumento dunque intuitivo e trasversale alle generazioni, WhatsApp si presta ad un utilizzo sempre più ampio e, come Telegram ed ogni altro instant messenger, richiede però – se si vuole utilizzarlo professionalmente – di adottare una netiquette nella scelta delle foto e nel linguaggio che si usa. Ogni instant messenger richiede infatti di essere consapevoli che tali piattaforme:
- non sono una mail, ecco perchè è opportuno far seguire una comunicazione via posta elettronica all’invio di un file o di un documento per facilitarne la ricerca e l’archiviazione;
- non sono una chat, e spezzettare i messaggi in mille notifiche non è apprezzabile;
- non sono un telefono ed è bene non abusare dei messaggi vocali. Sono infatti molto comodi per chi li registra, non altrettanto per chi li riceve.
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Alessandrino ed esperto di digital: ecco chi è Andrea Boscaro