David di Donatello 2021: trionfano Elio Germano e Giorgio Diritti
CINEMA – Si è svolta in settimana la cerimonia di premiazione della 66esima edizione dei David di Donatello, il prestigioso appuntamento cinematografico che dal lontano 1956 omaggia principalmente le eccellenze del cinema italiano.
La serata, trasmessa anche in diretta televisiva, è stata orchestrata in presenza dei vincitori, approfittando (come già sperimentato nel corso della recente notte degli Oscar, a Los Angeles) di due diverse location: gli studi televisivi intitolati alla memoria di Fabrizio Frizzi e il Teatro dell’Opera di Roma.
La cerimonia si è aperta con Laura Pausini e il brano “Io sì” – dal film “La vita davanti a sé” di Edoardo Ponti – che ha ricevuto un Golden Globe come Migliore canzone originale: «Il mio babbo da bambina mi ha detto che dovevo sognare in grande e io l’ho fatto perché tutti meritano di essere visti e amati per essere insieme una famiglia per tutta la vita che abbiamo davanti», ha commentato la cantante.
Il David alla Miglior canzone è, invece, stato assegnato a Luca Medici (in arte Checco Zalone) per il brano “Immigrato”, facente parte della colonna sonora dell’omonimo film da lui diretto. «Se lo sapevo venivo. Qui dormono tutti, anche mio figlio. Non gliene frega niente», ha ironizzato l’artista.
Anche il ministro della Cultura Dario Franceschini ha portato il suo saluto: «È stato un deserto molto lungo da attraversare; i cinema e i teatri ora sono aperti anche se solo al cinquanta per cento, ma il cinema non si è fermato e i set sono andati avanti, le produzioni hanno continuato».
Il David per la Miglior regia è andato a Giorgio Diritti (già autore di “Il vento fa il suo giro”, L’uomo che verrà” e “Un giorno devi andare”) per “Volevo nascondermi”, ispirato alla vita del pittore e scultore Antonio Ligabue. «Dedico questo premio ad Antonio Ligabue. A quei film che fanno fatica a uscire e anche agli uomini che fanno fatica a uscire. Ricordiamoci di Ligabue anche quando incontriamo un clochard che disegna una madonnina. Ricordiamoci del valore di ogni uomo e difendiamolo finché possiamo, in ogni modo», ha dichiarato il regista bolognese.
Il film ha vinto complessivamente sette premi David, anche nelle categorie Miglior film, Miglior attore protagonista (Elio Germano), Miglior autore della fotografia, Miglior scenografo, Miglior acconciatore e Miglior suono.
Elio Germano, uno fra gli interpreti più apprezzati della nuova leva attoriale italiana (lo ricordiamo, ad esempio, come intenso e sofferto Giacomo Leopardi ne “Il giovane favoloso” di Mario Martone), ha voluto dedicare l’ambito riconoscimento a tutte le maestranze del mondo del cinema, come ai suoi artisti: «Voglio condividerlo con gli splendidi colleghi, questo premio. È quasi imbarazzante stare con loro qui e spero di esserlo ancora in futuro. Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato: chi ho intervistato, chi mi ha insegnato a dipingere e scolpire, chi mi ha aiutato con l’accento, chi ha lavorato al trucco e parrucco. A tutti i lavoratori dello spettacolo, a tutti gli artisti, soprattutto a quelli dimenticati». L’attore aveva già vinto l’Orso d’Argento alla Berlinale 2020 per la sua performance nell’opera di Diritti.
Il David per il Miglior regista esordiente è stato assegnato a Pietro Castellitto, figlio d’arte, per “I predatori”, già premiato come miglior sceneggiatura a Venezia 77 nella sezione Orizzonti. «Grazie ai produttori per la fiducia istintiva, alla troupe che si meriterebbe di stare qui sul palco, divido questo premio un pezzo ad ogni attore che ha fatto il film pezzo più. I premi fanno piacere e le sconfitte fanno creare, un bacio a mamma e un abbraccio a papà», ha detto, emozionato, il giovane Castellitto.
Ha suscitato un’autentica ‘standing ovation’ la premiazione dell’86enne Sophia Loren, migliore attrice protagonista per “La vita davanti a sé”, di suo figlio Edoardo Ponti. È incredibile pensare che il primo David l’ho preso più di sessant’anni fa, ma è come se fosse oggi, l’emozione è la stessa e anche di più», ha sottolineato la diva. «Condivido il premio con un giovane attore, il bimbo Ibrahima, che nel film è stato straordinario. Grazie a Edoardo, la sua sensibilità ha dato anima al film e al mio personaggio. Forse sarà il mio ultimo film, ma dopo tanti film ho ancora voglia di fare cinema, perché senza cinema non posso vivere».
Anche Matilda De Angelis, premiata come miglior attrice non protagonista per “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose” di Sidney Sibilia, ha dimostrato tutta la sua emozione, esclamando: «Voi siete pazzi. In quindici secondi mi vengono in mente solo parolacce. Felicissima di questo premio che è un riscatto incredibile»: la giovane attrice romagnola è stata di recente protagonista insieme a Nicole Kidman e Hugh Grant della serie tv “The Undoing”.
Il David speciale è andato a Monica Bellucci, che ha dedicato il premio alle due figlie: «Sono onorata di ottenere questo riconoscimento speciale per me, che condivido con tutti i premiati e i candidati con la speranza che l’arte con tutte le sue forme trovi nuova vita. Dedico il premio alle mie bambine».
Il premio David ‘Cecilia Mangini’ come Miglior documentario ha laureato “Mi chiamo Francesco Totti” di Alex Infascelli: il regista ha lavorato sull’autobiografia del calciatore, “Un capitano”, scritta in collaborazione con Paolo Condò.
Tra i momenti più emozionanti della serata di premiazione, il commosso ricordo del mattatore Gigi Proietti, nelle parole di Enrico Brignano, oltre all’omaggio a Ennio Morricone, con l’esecuzione da parte del figlio Andrea e dell’orchestra La Sinfonietta di Roma delle sue colonne sonore più conosciute e amate.
Il culmine dell’emozione, è però, arrivato quando è salita sul palco la figlia di Mattia Torre, il regista di “Boris” e “La linea verticale”, scomparso nel luglio del 2019: Emma ha ritirato il David di Donatello per la sceneggiatura originale di “Figli”. «Voglio fare i complimenti a mio padre che è riuscito a vincere questo premio anche se non c’è più», ha detto Emma. «Dedico questo premio al mio fratellino Nico che mi fa ammazzare dalle risate e a mia madre che non si arrende mai e ringrazio le ostetriche che fanno nascere i bambini e ai medici che cercano di tenerli qua. Bravo papà».