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    Friendzone
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    Andrea Boscaro  
    20 Maggio 2021
    ore
    15:37 Logo Newsguard
    Meme

    Friendzone – Nuove generazioni, nuovi termini gergali

    A chi si stupisce che il linguaggio di Internet sia ricco di termini in inglese o di espressioni di difficile comprensione, occorre ricordare che la Rete è un po’ come un continente in cui siamo approdati da poco, pieno di animali dalle piume variopinte e che emettono suoni sconosciuti. Che nome dare loro se non nomi nuovi?

    Del resto, quale generazione non ha avuto il suo lessico, i termini in cui ci si riconosceva e utilizzando i quali intendeva escludere i genitori o anche solo i fratelli maggiori? Io sono cresciuto fra tamarri e sfitinzie, fra cucadores e truzze. Che, dietro questi nomi, vi fosse anche la volontà di abbandonarsi all’edonismo degli anni ’80 e di lasciarsi alle spalle l’impegno e il grigiore del decennio precedente è un aspetto che non serve un sociologo per capire.

    Termini gergali ieri, dunque, e termini gergali oggi, mutuati soprattutto dal mondo della Rete e dei videogiochi come bannare, nabbo, LOL. Se non si conoscono, basta cercarli su Google a cui del resto le ragazze e i ragazzi di oggi formulano le domande che un tempo si chiedevano agli amici più grandi… “Hey Google, come si dà un bacio?”. Se sentite poi, citata da un adolescente, l’espressione “essere friendzonati” che, tradotto, vuol dire “ti voglio bene, ma solo come amico”, occorre mostrare solidarietà e recuperare le parole più belle, quelle dell’amicizia.

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    Di seguito alcuni termini del linguaggio della Rete adottato dai più giovani:

    Bannare: significa espellere o impedire a una persona di partecipare nuovamente a un’attività.

    Blastare: dal verbo inglese to blast, far esplodere. Si utilizza quando una persona dice qualcosa a un’altra, lasciandola ammutolita ed è tipica delle risposte spiazzanti che si possono dare nelle chat e nei gruppi sui social media.

    Bro: i ragazzi tra loro si chiamano vecchio, fratello, frate’, ma anche bro, abbreviazione di brother, che in inglese significa appunto fratello.

    IMHO: acronimo di “In My Humble Opinion”: serve per introdurre un’opinione personale in una conversazione online. In inglese, si direbbe “My two cents”.

    Hater: una persona che invia messaggi di odio a un altro utente su YouTube o su Facebook.

    Laggare: è la connessione che lagga, dal verbo to lag, ritardare. Si utilizza per dire che la connessione è lenta e c’è un ritardo tra la voce di un giocatore e la sua riproduzione nel gioco.

    LOL: acronimo di “Laughing Out Loud”, cioè ridere a crepapelle.

    Lurker: chi sui social media, si limita a leggere o ascoltare, senza mai intervenire. Metaforicamente, può significare “stare in agguato”.

    Nabbo: dall’inglese newbie che significa principiante.

    Troll: il troll è un account social fittizio che partecipa alle discussioni online solo per fare polemica.

    ***

    Alessandrino ed esperto di digital: ecco chi è Andrea Boscaro

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