Freudenberg, proposta la cessazione per favorire un nuovo (ipotetico) investitore
MOMBELLO – C’è una nuova prospettiva per la crisi della Fhp Freudenberg, l’ex Framar dove oramai da due settimane proseguono sciopero e stato di agitazione con presidio permanente dei lavoratori alla conferma della proprietà multinazionale di chiudere entro l’anno lo stabilimento e imporre ai lavoratori (almeno ai 50 dipendenti, mentre per i 30 interinali non ci sarebbe nulla da fare) un improbabile trasferimento a Monselice, nel Padovano, a quattro ore di distanza dalla Valcerrina.
Oggi c’è stato un incontro partecipato tra la proprietà, i sindacati, i sindaci del territorio e la Regione Piemonte. Le parti sociali hanno presentato a Freudenberg un’ipotesi, per la quale stanno lavorando proprio con la Regione Piemonte.
Siccome la multinazionale si è detta irremovibile sulla sua volontà di interrompere la produzione in Monferrato, si sta cercando di definire una proposta che muti i termini dell’interruzione dell’attività lavorativa: da trasferimento (a Monselice) a cessazione di attività.
«In questo modo – spiega Calogero Palma di Fim Cisl – qualora Freudenberg accettasse (il dirigente presente all’incontro ha chiesto alcuni giorni di tempo) si potrebbero creare condizioni favorevoli per l’ingresso di terzi interessati a produrre a Mombello».
Un nuovo proprietario quindi, anche se ad ora di interessi non ne sono stati manifestati. Non c’erano però (e non ci sono ancora) le condizioni ideali per il passaggio di testimone, per questo si prova a preparare il terreno.
Alle attuali condizioni qualora i lavoratori e le lavoratrici non accettassero il trasferimento a Monselice infatti sarebbero costretti a dimettersi, mentre in caso di cessazione di attività verrebbero licenziati e avrebbero diritto a maggiori diritti, inclusi preziosi mesi di cassa integrazione con i quali agganciare la pensione o respirare in attesa di un paventato nuovo proprietario e della ripresa del lavoro in Valcerrina. Tempo utile per il ‘passaggio di testimone’.
La Regione sembra ben disposta a fare la sua parte. Ora spetta a Freudenberg dire la sua. Nel frattempo, per mantenere alta l’attenzione su un disagio che interessa tutta la vallata, continueranno sciopero e presidio.