Zaffiro controreplica a Capra: «Noi cerchiamo il bene comune, non il consenso»
La polemica non si arresta
CASALE – Johnny Zaffiro di Casale Bene Comune aveva attaccato la giunta su tre fronti: il nuovo McDonald’s, piazza Venezia e Borgo Ala, al che per l’amministrazione aveva risposto il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Emanuele Capra.
Ora la querelle si arricchisce della controreplica dell’ex candidato sindaco. Una risposta dura, che non risparmia le accuse.
«Riguardo ai tre interventi oggetto di vivace confronto con il vicesindaco Capra, non possiamo non puntualizzare una serie di dettagli tecnici che naturalmente si accompagnano ad una critica politica del tutto legittima – dicono da Casale Bene Comune –
Il progetto Borgo Ala dell’amministrazione Palazzetti prevedeva un intervento del Comune di circa 4 milioni e mezzo, dei quali 2 erano a carico dello Stato. Il progetto era diviso in 3 lotti: parte del 1° lotto – teniamo a sottolineare, già finanziato (già finanziato!) dallo Stato e dalla precedente amministrazione – prevedeva il ben noto parcheggio. Al momento dell’insediamento dell’amministrazione Riboldi, il Comune doveva affrontare un investimento di circa 1 milione e 900 mila euro, non 3 milioni, come sostiene il vicesindaco. Se i numeri contano, e certamente contano, occorre essere precisi. Chiariti gli aspetti economici, veniamo alla valenza politica: la nuova amministrazione decise politicamente di riformulare quel progetto – come il vicesindaco conferma nell’intervento letto venerdì scorso – e lo fece perché quella cifra (che non è di 3 milioni ma di circa 1 milione e 900 mila, appunto) non poteva essere destinata ad una sola zona della città. In questo modo, si è declassata non solo l’intera zona di Borgo Ala, ma anche il complesso di Santa Chiara, edificio di interesse storico e culturale e oggetto – in quel bando – di un intervento volto a valorizzare elementi aggregativi e sociali di cui c’è bisogno, lì, a Borgo Ala, e a Casale Monferrato. La nostra non è un’area metropolitana in cui le disuguaglianze sono meno contenibili e spesso non visibili. Ogni porzione di territorio è legata alla totalità. La nostra è una ricerca del Bene Comune, sforzo che ci distingue senz’altro dall’amministrazione in carica, molto più della ricerca di consenso, di cui ci accusa il vicesindaco: gratifica tutti la popolarità, ma i bilanci si fanno sul lungo periodo, quindi occorre considerare con maggior sensibilità tutte le proposte».
Alternative a come si agisce? Per Zaffiro ce n’erano: «Le scelte potevano dunque essere ben diverse: invece di investire sull’asfalto, accendendo un mutuo trentennale di 1 milione e mezzo (quello sì!) e abbandonando un intervento più strutturale, che avrebbe incluso anche la riqualificazione delle due palazzine di edilizia popolare. Qui entra la politica, qui entrano le idee che si misurano con i calcoli e le spese, ma ricordiamoci che Casale è un Comune virtuoso, dunque può sostenere opere come quella del bando. Quando poi il vicesindaco parla di “altri progetti e interventi per la città”, comprendiamo che asfalto e parcheggi sono ormai il solo obiettivo della nostra amministrazione. Punto. Bisogna saperlo, e direi che lo sappiamo con pochissima approssimazione. Alla luce di ciò, dobbiamo ricrederci sulla posizione che l’amministrazione ha nella gestione di Piazza Venezia, perché forse quell’’attendismo prudente’ sin qui dimostrato nell’informare la cittadinanza del progetto (supponendo che ce ne sia uno) è preferibile al decisionismo. In altre parole, vista la strategia comunale mostrata nell’affrontare gli interventi urbanistici di questi 2 anni, tutto sommato preferiamo l’immobilismo. Anzi: ci si fermi pure al parcheggio, certamente in occasione di qualche evento, se ne vedrà l’utilità. O almeno lo speriamo».
Infine, sul nuovo fast food: «Il terzo tema è quello del McDonalds: ringraziamo il vicesindaco per la modernità con cui ha letto la nostra critica, riuscendo ad infilare una serie di luoghi comuni sull’allergia della sinistra alle multinazionali. Diciamo semplicemente che quello che conta in questo caso è la posizione. E’ la posizione che determina il giudizio su un insediamento del genere. Rimaniamo convinti che questo fast food, in quella posizione, logorerà e penalizzerà la ristorazione di qualità del centro storico. E aggiungiamo che i nuovi modelli urbanistici privilegiano proprio gli aspetti locali e peculiari: la qualità, sempre lei. Il Comune di Casale Monferrato ha la quota di maggioranza in AMC, quindi le scelte – anche in questo caso – può farle e non ‘subirle’. La risposta del vicesindaco ha in sostanza confermato tutta la nostra perplessità sull’operato dell’amministrazione, che non solo non si può dire lungimirante ma che è ancorato alla peggiore concezione urbanistica dei peggiori anni 80. In più, il rischio è di fare propaganda, modalità comunicativa che non padroneggeremo mai come i nostri amministratori. Visto l’invito del vice sindaco, saremo ben contenti di poter dare una mano a questa amministrazione (quanto ce ne sarebbe bisogno!) , come d’altronde abbiamo più volte provato a fare da due anni a questa parte, sempre che sul tavolo si inizi a mettere al primo posto il Bene Comune e non la prossima tornata elettorale»