«Casale combatte in nome e per conto di un mondo vulnerato dall’amianto»
Il pensiero dell'avvocato e storico Sergio Favretto
CASALE – È iniziato presso il Tribunale di Novara un nuovo processo contro i responsabili per la pluridecennale tragedia dell’Eternit di Casale Monferrato. Scorrendo l’elenco delle parti offese e parti civili, ho rinvenuto i nomi di molti amici e concittadini, colpevoli solo di aver lavorato negli stabilimenti o di aver abitato a Casale. Vorrei ricordare in questo frangente la figura di Riccardo Coppo, il sindaco che si oppose alla logica della proprietà e dell’inquinamento colpevole.
Vi segnalo il libro che scrissi nel 2017, con molte pagine dedicate alla battaglia contro l’Eternit, titolato Davide contro Golia. Troverete tutta la complicatissima e severa lotta avviata dalla città, da medici pionieri e coraggiosi come Capra Marzani, Musso, Botta, Piccolini, Betta e Castagneto, Bertolone e Cressano; da epidemiologi e medici del lavoro come Terracini, Magnani, Mancini; dal sindacato nelle sue varie articolazioni territoriali, dai giovani, dalle associazioni dei famigliari come Afeva, Città e nuovo ambiente o il premio Cavalli, dalle istituzioni, da PM come Colace, Guariniello e Panelli, da sindaci come Coppo e Mascarino, da parlamentari come Triglia e Muzio, Libertini; dall’assessore regionale Paolo Ferraris (vittima dell’amianto), dal mondo cattolico con il suo vescovo Zaccheo, dall’informazione su carta stampata e TV, tutti impegnati a rivendicare il diritto al lavoro e alla salute, contro il primato effimero e ingiusto del guadagno.
Non dimentichiamolo: qui c’è non solo una città che ha combattuto, ma una città in nome e per conto di mezzo mondo vulnerato dall’amianto. La giustizia non riesce ristorare i danni arrecati, ma impone nuovi comportamenti e una nuova attenzione all’ambiente e alla tutela della salute.