Crisi Cerutti: -8 all’asta. Gli incontri si susseguono
Da poco è terminata un'assemblea molto importante
CASALE – È stata un’assemblea cruciale e decisamente partecipata quella terminata pochi minuti fa al presidio Cerutti. Non poteva essere altrimenti. Il 30 giugno si apriranno le buste dell’asta e, al netto di ulteriori 10 giorni per eventuali rilanci, si deciderà il futuro di circa 180 lavoratori.
Ieri c’è stato il doppio incontro con le due pretendenti, Bobst e Rinascita (che i sindacati incontreranno nuovamente giovedì). Le parti sociali hanno riferito su questo per cercare di strappare, prima dell’individuazione della vincitrice, accordi che potrebbero valere posti di lavoro e migliori condizioni.
Il punto di Rinascita
La cordata sostenuta da Invitalia ha ribadito che nella nuova società che si vuole creare la famiglia Cerutti avrà un ruolo marginale, solo per la gestione di alcuni clienti, e che l’inserimento del personale sarà progressivo, in 3-4 step.
Quello che è mutato, rispetto a pochi giorni fa, è il perimetro occupazionale. Si è passati da una cinquantina di addetti a 61 + 1, dove quest’ultimo sarebbe assunto al di fuori del fallimento.
Il punto di Bobst
La multinazionale svizzera ha confermato i 30 lavoratori (che andrebbero all’ex Rotomec di San Giorgio) ma anche l’apertura alla costituenda cooperativa, di 40 soci. In merito, per discuterne il piano industriale, domani si terrà un incontro specifico.
Entrambe le due pretendenti vogliono arrivare all’apertura delle buste con un accordo sindacale ma mentre Rinascita lo starebbe chiedendo esclusivo, Bobst non ha avanzato preclusioni su un’analoga intesa con la sua competitor.
Un punto su cui i sindacati vogliono proseguire nella discussione è l’inquadramento dei conferiti. Le due contendenti li vorrebbero ‘da zero’, senza anzianità maturata e secondo il contratto nazionale di lavoro. «Continueremo a insistere sul numero dei conferiti, sulla loro retribuzione e poi vogliamo comprendere meglio i piani industriali, in particolare di Rinascita – ha spiegato Maurizio Cantello di Fiom Cgil – Se ci saranno le condizioni siamo disposti a un doppio accordo sindacale».
Tra i temi più complessi c’è quello dei possibili e agognati ulteriori 6 mesi di cassa, a partire dal 1° luglio. A giorni i lavoratori attendono di ricevere la comunicazione del licenziamento collettivo e questi ulteriori mesi sarebbero fondamentali per non richiedere immediatamente la Naspi e per poter far partire senza l’acqua alla gola. I sindacati hanno lanciato un appello affinchè i lavoratori prendano parte in massa alla manifestazione nazionale di sabato a Torino sul tema del Dl Sostegni: è previsto un pullman da Casale ma è considerata di fondamentale importanza la presenza di molti della Cerutti, diventata un simbolo con i suoi oltre 100 giorni di presidio.
Uno dei temi più spinosi della discussione odierna è stato sulla manleva richiesta dai curatori ai lavoratori. Sostanzialmente si richiede ai 180 di firmare rinunciando alla possibilità di impugnare il licenziamento; questo aspetto, che ha fatto storcere il naso a più di un lavoratore, viene inteso come conditio sine qua non perchè si possa giungere alla fumata bianca. Sarà necessaria per una grande percentuale di lavoratori per evitare una sequela di contenziosi che potrebbero minare la buona riuscita delle operazioni.