Alberto Drera (Lega): “Perchè sono contrario al Ddl Zan”
CASALE – Il capogruppo della Lega in Comune a Casale, Alberto Drera, argomenta il suo ‘no’ al Ddl Zan.
«Il DDL Zan ritengo abbia tre punti che non siano per nulla condivisibili per via delle implicazioni pratiche che potrebbero condurre a conseguenze pericolose e non confacenti ai principi base dello stato di diritto. Cercherò di motivare le mie perplessità facendo riferimento agli articoli che ritengo maggiormente pericolosi: artt. 1-4-7».
- Art.1: per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione. In questo articolo si dice che a prescindere da tutto, a seconda di come mi percepisco in un determinato giorno, posso scegliere se essere un uomo o una donna e pertanto potrei tranquillamente andare in palestra e accedere allo spogliatoio del sesso opposto. Se qualcuno cercasse di farmi desistere, rischierebbe di essere processato (vedi art. 4). L’articolo 1, inoltre, ritengo sia dannoso soprattutto per le donne in vari ambiti, tra i quali sport, politica e lavoro. Per quanto riguarda lo sport, nelle prossime olimpiadi competerà tra le donne nel sollevamento pesi un transessuale. La competizione può essere ritenuta equa? La conformazione fisica è la medesima? Dubito. Per quanto riguarda la politica, in Messico alcuni uomini si sono dichiarati donne per poter accedere alle quote rosa. Questo non è un modo per scalfire i diritti delle donne? Credo di sì. Perché alcune donne si schierano in favore del DDL Zan? Non lo so, forse non l’hanno letto attentamente.
- Art.4: Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti. In questo articolo si introduce concretamente un reato di opinione. Si è liberi di pensare e avere opinioni su qualsiasi argomento > non determinino il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti. Chi deciderà se le mie idee saranno legittime o meno? In base a ciò
che penso potrò essere accusato perché potrei potenzialmente commettere un reato? Questo esula completamente dal contesto di uno stato di diritto. Potenzialmente potrei essere punito in virtù di un fatto che non ho commesso. In parole povere: o la pensi come diciamo noi o ti processiamo. Questa è la prassi in ogni contesto totalitario, ma stupisce il fatto che a proporlo sia il partito che si definisce democratico. - Art. 7: In occasione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia sono organizzate cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utile per la realizzazione delle finalità di cui al comma 1. Le scuole, nel rispetto del piano triennale dell’offerta formativa di cui al comma 16 dell’articolo 1 della legge 13 luglio 2015, n. 107, e del patto educativo di corresponsabilità, nonché le altre amministrazioni pubbliche provvedono alle attività di cui al precedente periodo compatibilmente con le risorse disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
«Le scuole il giorno 17 maggio dovranno prevedere iniziative volte a informare gli studenti sulla comunità LGBT e su cosa significhi appartenere alla stessa. Per par condicio sarebbe opportuno prevedere una giornata delle famiglie in cui si spieghi quanto sia bello essere marito e moglie.
Secondo me nessuna delle due strade è la migliore: ai bambini si dovrebbe insegnare ad avere rispetto del prossimo a prescindere da etnia, colore della pelle e preferenze sessuali, senza indottrinare. La scuola non è questo. Oltretutto, non è specificato da che età verrebbero organizzate queste giornate. Vi sembra normale andare da un bambino di sei anni a spiegare cosa sia la comunità LGBT? A me no, ritengo sia più sensato spiegare allo stesso quanto sia bello vivere in un mondo senza conflitti e dove si rispetti il prossimo. In definitiva, credo che questa legge sia altamente pericolosa sotto vari punti di vista e auspico che i sostenitori della stessa, quantomeno, si impegnino a leggerla con attenzione per tentare di capire i punti deboli.
Sono d’accordo nell’inasprire la pena per qualsiasi atto di violenza, ma non a produrre una nuova legge connotata da una forte ideologia. Le leggi non dovrebbero essere ideologia, bensì garanzia».