Fortnite & Co. – Il settore cresce sempre di più
Ricordo pomeriggi interi trascorsi in adolescenza ad organizzare campionati di videogiochi, a casa mia o dei miei amici, prima con console primordiali (il mitico tennis elettronico, ricordato in un recente film da Checco Zalone) e poi con computer la cui memoria era di anno in anno più capiente e software sempre più realistici.
La diffidenza odierna nei confronti dell’abitudine dei teenager di guardare gli altri giocare su Twitch, anziché farlo a loro volta, non tiene però conto dei trucchi che in tal modo si imparano e del continuo confronto, con lo streamer e con gli altri spettatori che può creare nuovi contatti e, su Discord, nuove amicizie e nuove collaborazioni. Quando pensiamo ai social network, forse i videogiochi e gli e-sports ne rappresentano nuove forme, non meno interessanti. Del resto, se non vi fosse stato Fortnite, la cameretta della Dad sarebbe senz’altro in questi mesi apparsa più piccola e solitaria. L’importante è che il videogioco non sostituisca, adesso che si può, il cortile, il parco, la spiaggia.
Quando acquistiamo uno smartphone, pensiamo che diventi nostro, ma in realtà non lo è. È quello che si comprende dal leggere le trascrizioni delle quattro ore di audizione che ha dovuto sostenere Tim Cook, il CEO di Apple, accusata da Epic Games, il produttore di Fortnite, di abuso di posizione dominante.
Con una difesa basata sui servizi tecnici dati ai produttori delle app per gli acquisti in-app e sulla protezione offerta agli utenti in merito ai loro dati ed all’incolumità dei loro dispositivi, Apple si trova infatti a dover giustificare il 30% di commissione richiesta agli sviluppatori per un valore che l’anno scorso è ammontato a 70 miliardi di dollari: in Europa Apple è oggetto dello stesso tipo di accusa, citata in giudizio da Spotify che rimarca quanto Apple imponga limiti ai produttori delle app, ad esempio di comunicare abbonamenti più convenienti disponibili al di fuori della piattaforma.
Dopo la sanzione di 100 milioni di euro comminata dall’Antitrust italiana a Google per il blocco di Enel Juicepass da Android Auto, anche Apple è dunque sotto i riflettori e senza alcun dubbio, dopo che tutte queste cause saranno terminate, la app economy non sarà nel futuro quella che oggi ci appare.
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Alessandrino ed esperto di digital: ecco chi è Andrea Boscaro